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«Mamma e papà si separano». Come gestire la sofferenza dei figli

12/06/2024

È come l’esplosione di una bomba, il dolore di bambini e ragazzi va ascoltato e accompagnato. Ma rimanere insieme per il bene dei figli non è mai la scelta giusta. I consigli della psicoterapeuta Elena Zauli.

Anche quando viene data con tutte le cautele, la notizia di una separazione è scioccante. Assomiglia molto a un lutto, inteso come la morte di una persona cara. Per lo psicanalista Umberto Galimberti è “un danno psichico irreversibile”. Ma un lutto può essere superato. «Molti figli lo superano quando comprendono che non perderanno un genitore, ma continueranno ad averli entrambi vicini a loro», spiega Elena Zauli, psicoterapeuta, autrice di Crescere insieme. Genitori più consapevoli, figli più sereni. Dall’infanzia all’età adulta e voce nella serie Podcast Genitori 2 condotto da Francesca Barra in cui parla proprio di famiglie con genitori separati e gestione dei figli.

 

La prima cosa da sapere quando ci si separa e si hanno figli.
Che non sarà facile, si scatenerà un caos emotivo in tutti i componenti della famiglia, ma se la decisione è stata presa, la coppia è certa di voler fare il passo, bisogna rimboccarsi le maniche e affrontare la questione. La scelta di non lasciarsi per i figli, o aspettare che siano adulti per mettere in pratica la separazione, scelta più frequente di quanto si pensi, non è mai la strada giusta. 

Quando e come comunicarlo?
La comunicazione va fatta quando si è sicuri, non sull’onda dell’arrabbiatura momentanea, o se il genitore dopo una lite lascia la casa per due giorni. Ci si siede in soggiorno, in un momento di tranquillità, e si parla, si spiega che mamma e papà si vogliono molto bene ma non si amano più, e per questo hanno deciso di separarsi. Poi, ci si mette in ascolto rispetto alle domande che inevitabilmente arriveranno. Spesso i genitori rimangono sorpresi, perché i figli hanno già capito tutto. Ma è necessario entrare nei dettagli, soprattutto quando i bambini sono più piccoli: quale sarà la nuova organizzazione, quando vedranno il papà e quale il tempo con la mamma, la divisione dei fine settimana, le vacanze, le feste programmate. 

Che cosa fa la differenza?
Il modo in cui viene gestita. Attenzione, i segni nei figli saranno inevitabili, ma da psicologa dico che bambini e ragazzi nel tempo riescono a trovare un equilibrio, una serenità, che invece non trovano se la coppia genitoriale rimane insieme nonostante i litigi, le discussioni quotidiane. Lo dice la scienza: vivere in uno stato di conflitto familiare incide sulla salute familiare di bambini e ragazzi. Il dolore si supera, la separazione è un lutto, è la fine di un progetto, ma elaborandola e con il tempo si supera

 

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Elena Zauli vive con i suoi bambini a Ibiza 

 

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L’errore da non fare?
Far entrare i figli nelle dinamiche di coppia, ergerli a giudici, o peggio ancora spingerli a fare da alleati nella guerra tra genitori. Vanno sempre tenuti fuori dalle motivazioni specifiche della separazione, per esempio se dietro c’è un tradimento, perché il loro ruolo non è dare ragione o torto a mamma o papà, ma loro sono la parte fragile che va protetta e compresa. 


Esiste un modo per separarsi senza far loro del male?
No, dobbiamo mettere in conto il dolore, ma certamente si può percepire il sollievo se in casa l’aria era divenuta irrespirabile. Dobbiamo immaginare l’esplosione di una bomba, in cui tutto poi è caos, disordine, paura. Bisogna ricostruire, pezzo per pezzo. Una casa nuova in cui costruire una nuova camera quando per esempio si va a stare dal papà, il trasloco dei vestiti, lo zaino con i libri, i giochi. Sarà una sofferenza, ma non si può evitare, qualsiasi ricostruzione è fatica. 

La relazione con i genitori come cambierà?
Dopo il disorientamento iniziale, succede che i figli, che spesso nella separazione vedono meno i papà rispetto al passato, coltivino con loro un nuovo rapporto, più profondo, più gioioso, più soddisfacente. Capita spesso che i padri riescano a svolgere il proprio ruolo al meglio dopo un divorzio, si mettono in gioco come mai erano riusciti a fare. Tantissimi ragazzi mi dicono: “Da quando si sono lasciati ho ritrovato un rapporto con mio padre”. Con la madre la relazione cambia meno, perché è più presente, ma è possibile che quest’ultima subisca di più le altalene emotive dei figli post separazione.  L’importante è che entrambi, nei tempi e nei modi a loro disposizione, non sottovalutino la sofferenza dei ragazzi.

 

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Il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti sostiene che la separazione per i figli è “un danno psichico irreversibile”. È d’accordo?
È vero, è un lutto, una ferita profonda, forse più che un danno psichico la chiamerei cicatrice. Ma dalla mia esperienza posso dire che è altrettanto plausibile la ricostruzione, sta tutto alla capacità dei genitori di non continuare a farsi la guerra, ma di mettere finalmente pace. Se i genitori riescono a essere adulti maturi e consapevoli, lontani dalle dinamiche conflittuali, riescono a tirare fuori il meglio, quella ferita sarà meno profonda.

Se il papà o la mamma hanno presto una nuova relazione, meglio nasconderla per un po’ o dire subito la verità?
Se la relazione è passeggera e non stabile, meglio mantenerla riservata. Attenzione, perché i figli, soprattutto se adolescenti, hanno le antenne e captano qualsiasi cambiamento. Quindi mai mentire se chiedono o fanno domande, ma spiegare con delicatezza che c’è un’altra persona. Il mio consiglio è presentare il nuovo o la nuova compagna solo quando c’è una certezza che la nuova coppia possa essere duratura.

 

 

Uno dei due genitori potrebbe aver “subito” la separazione: come si mantiene l’equilibrio in famiglia nonostante il dolore e la sofferenza di essere stati lasciati?
Facendosi una grandissima forza, senza cioè mai riversare le colpe della separazione sull’altro genitore. Lo so, è difficilissimo, entrano in gioco tantissimi elementi emotivi di rabbia, sofferenza, vendetta, ma i figli vanno sempre e comunque preservati dalle dinamiche di coppia, anche quando la coppia si è spezzata. I figli non sono né infermieri né psicologi. 

Se la reazione dei figli è la rabbia che cosa possono fare i genitori.
Va bene, lasciamogli quel momento di esplosione, è utile e spesso sano che si arrabbino, che si sfoghino, che mostrino la loro sofferenza. Succede nei ragazzi così come nei bambini più piccoli che hanno meno strumenti a disposizione per esprimere il dolore. Se però la situazione diventa ingestibile, la rabbia si protrae, consiglio di chiedere l’aiuto di un esperto che possa aiutarlo a gestire le emozioni e ad affrontare ciò che da solo non riesce a sostenere.

Che cosa direbbe a un figlio che ha appena visto la fine dell’unione dei genitori?
Lo so che sei triste. Nella vita non tutto va come ci aspetteremmo e come vorremmo, ma bisogna saper fronteggiare i momenti difficili. Può essere meglio, se mamma e papà non vanno più d’accordo, separarsi piuttosto che vederli tenersi il muso dentro casa, litigare, fare commenti sgradevoli a volte anche farsi i dispetti. In casi come questi la separazione può essere la soluzione migliore per tutti.

 

 

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Dopo il grande successo della prima stagione Storielibere presenta una nuova stagione di Genitori, la serie podcast di Francesca Barra realizzata con Stokke in collaborazione con Piano B. I 6 nuovi episodi saranno pubblicati ogni 15 giorni, di mercoledì, fino al 12 giugno su tutte le principali piattaforme d’ascolto.

Francesca Barra affronta il variegato mondo delle famiglie, esplorando alcuni stereotipi legati al rapporto genitore e figlio. Ogni episodio si aprirà con uno squarcio sulla vita delle famiglie, e si ascolteranno le voci e il parere di esperti, uno a episodio. Si racconterà l’approccio di genitorialità, alle prese con i temi del momento come la crescita del bambino e un’educazione che pensa ad un futuro tollerante e consapevole.

«In questa stagione parleremo di genitori imperfetti – commenta Francesca Barra – alle prese con la fatica e gli interrogativi più inconfessabili, stretti dalle poche risorse messe a disposizione, dai sensi di colpa e dagli stereotipi che impongono alle famiglie di farcela in qualunque modo perché così era e così dovrà essere: dalla ricerca di un figlio al parto, passando dall’educazione, la gestione del tempo e delle nuove tecnologie, i linguaggi, la scuola, l’ossessione per la performance, l’equilibrio nelle famiglie ricomposte, cosiddette allargate o comunque non ordinarie. Il ruolo dei nuovi compagni, dei fratelli acquisiti, dei nonni, della scienza, della scuola e della società. La seconda stagione di genitori con l’aiuto degli esperti ci aiuterà a fare chiarezza sulle esigenze delle famiglie contemporanee»

Tanti i temi trattati nei nuovi episodi:

  • La paura di fare un figlio e la paura di non avere un figlio, come la scienza può aiutare la ricerca di una gravidanza con Daniela Galliano, esperta di medicina della riproduzione;
  • Scuola e famiglie con il maestro Gabriele Camelo, riflettendo su come proteggere troppo i bambini possa rivelarsi controproducente e approfondendo come il genitore dovrebbe aiutare i propri figli per diventare autonomi;
  • Il parto, dalla violenza ostetrica alla depressione post-partum, con Cecilia Antonini di Parto Positivo, un dialogo sincero e appassionato che saprà guidare ad accettare il normale bisogno d’aiuto che la maternità porta con sé;
  • Social media sharenting tra legge e buon sensocon Vera Gheno;
  • Famiglie separate e gestione i bambini con Elena Zauli, psicologa clinica e psicoterapeuta;

 

 

Articolo di Benedetta Sangirardi

 

 

 

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