Mum Loading

Health

Gli antibiotici per curare i bambini: farmaci preziosi da trattare con cura! Tre regole per usarli bene.

01/02/2023

Sono tra i farmaci più prescritti in età pediatrica e sono preziosissimi. Purtroppo però stanno via via perdendo di efficacia contro alcuni batteri a causa dell’utilizzo errato che ne è stato fatto negli ultimi decenni. Per questo è importante usarli solo quando è realmente necessario e in modo corretto.

Gli antibiotici sono una classe di farmaci importantissima. Dal 1928, anno in cui è stata scoperta la penicillina, gli antibiotici hanno permesso di curare infezioni che prima di allora potevano essere mortali.

Attraverso diversi meccanismi d’azione, che cambiano da un antibiotico dall’altro, bloccano la crescita dei batteri, uccidendoli o impedendo che si replichino.

Rappresentano una delle scoperte scientifiche più importanti del secolo scorso, di cui non possiamo fare a meno, poichè le infezioni batteriche possono colpire tutti i distretti del nostro organismo.

Negli ultimi anni però sono stati usati troppo e male e questo ha favorito l’insorgenza dell’antibiotico-resistenza, ossia della capacità che hanno alcuni batteri di sopravvivere all’azione degli antibiotici disponibili. 

E mentre questi perdono via di efficacia, la ricerca di nuovi antibiotici va a rilento, rendendo la situazione ancora più preoccupante perché si rischia, in futuro, di non avere antibiotici efficaci.

L’antibiotico-resistenza è un problema serio, ormai di portata mondiale, che rischia di portarci all’era pre-antibiotica quando si moriva anche per una semplice ferita.

Fortunatamente è un fenomeno che possiamo ancora controllare ma solo imparando ad utilizzarli quando sono realmente necessari e seguendo la terapia in modo corretto.

 

LEGGI ANCHE: Tosse nei bambini, attenzione a come curarla: ecco i rimedi più utili

 

 

Solo quando servono!!!

La prima regola da seguire per usarli correttamente è usarli solo quando servono, ossia quando c’è un’infezione batterica in corso

Gli antibiotici, infatti, non servono nelle infezioni di origine virale e soprattutto non vanno usati in via preventiva per guarire prima. 

Durante la stagione invernale, quando aumentano le malattie da raffreddamento, si assiste ad un’impennata nell’uso di questi farmaci.

In realtà, solo una piccola parte di questi malanni richiede davvero l’uso degli antibiotici per essere curata. 

L’Italia è uno dei Paesi Europei in cui si prescrivono più antibiotici, ma si stima che almeno un terzo di essi sia prescritto inutilmente, complice anche le richieste dei genitori che, a volte, spingono il Pediatra a prescriverlo per paura di errate interpretazioni.

Raffreddore, mal di gola, otiti, sono quasi sempre, soprattutto nei bambini, causati da virus e quindi vanno curati in altro modo.

In caso di raffreddore, gli antibiotici non servono mai, a meno che non vi sia una sinusite, cioè l’infiammazione dei seni paranasali (cavità vuote localizzate nelle ossa intorno al naso). 

Quando c’è il raffreddore è normale che il muco si ispessisca e cambi colore dal limpido al giallo-verde ma solo se subisce una sovrainfezione batterica a livello dei seni paranasali si deve intervenire con gli antibiotici ed è sempre il medico, dopo accurata visita, a stabilirlo.

LEGGI ANCHE: Lavaggi nasali nei bambini: tutti i benefici di acqua e sale

 

 

Anche il mal di gola nell’80% dei casi è causato da virus

Gli unici mal di gola che devono essere curati con l’antibiotico sono quelli provocati dallo Streptocco beta-emolitico di gruppo A e solitamente si caratterizzano per dolore molto intenso e febbre che tende a persistere per più di tre giorni nonostante gli antipiretici. Ma anche in questo caso a stabilire se serve l’antibiotico é il medico, sulla base del risultato di un tampone faringeo.

La tosse può essere o solo uno dei sintomi dell’influenza oppure una patologia a sé. Nel primo caso, per la terapia sono sufficienti rimedi che aiutano a sedarla (sedativi della tosse) o a eliminare il muco bronchiale in eccesso (mucolitici ed espettoranti). Agli antibiotici può essere necessario ricorrere se la situazione non migliora in 4-5 giorni e c’è il rischio di un’infezione batterica dei bronchi o dei polmoni.

In caso d’infezione all’orecchio, quasi la metà dei casi si risolve da sola.

Solo le otiti con febbre e produzione di pus devono essere trattate con l’antibiotico, in caso contrario è sufficiente l’antidolorifico.

 

 

Quando iniziare subito l’antibiotico e quando invece attendere?

La “regola dei 3 giorni”

A stabilirlo è la visita medica

Vi sono situazioni in cui l’antibiotico è necessario da subito, al primo giorno di febbre.

Se il Pediatra, visitando il bambino, evidenzia che vi sono segni chiari di infezione batterica (placche alla gola con segni di tonsillite batterica, otite purulenta, sintomi d’infezione alle vie urinarie, segni di broncopolmonite), può stabilire di iniziare l’antibiotico subito.

Ma se alla visita non vi sono buone ragioni per iniziare immediatamente l’antibiotico, allora vale la pena attendere 3-4 giorni e rivedere il bambino perché, come accade nella stragrande maggioranza delle infezioni respiratorie, molto probabilmente guarirà spontaneamente.

Ma perché si aspettano 3 giorni?

Perché la maggior parte delle infezioni di origine virale (in cui l’antibiotico non serve), nei primissimi giorni non si distingue dalle infezioni batteriche (dove invece l’antibiotico serve).

In genere le infezioni virali danno un brusco aumento della temperatura che dura per 3-4 giorni per poi scendere spontaneamente fino a sparire.

Se però la febbre continua, o addirittura dopo 3-4 giorni peggiora, con molta probabilità ci troviamo di fronte ad un’infezione batterica oppure ad un’infezione iniziata da un virus che poi si è complicata con una sovrainfezione batterica che a questo punto richiede l’antibiotico.

 

 

 

Tre regole per usarli bene!!

1.No al fai da te!

Gli antibiotici non sono medicinali di automedicazione. 

In Farmacia devono essere acquistati esclusivamente dietro presentazione di ricetta del medico, che è l’unico che può valutare la reale necessità dell’antibiotico, prescrivendo quello corretto per l‘infezione in corso, alla giusta dose e per il periodo giusto. 

Gli antibiotici, infatti, non sono tutti uguali

Perciò, anche se si ha in casa un antibiotico avanzato da terapie precedenti, anche se si pensa di sapere come curarsi, non bisogna assumerlo di propria iniziativa perché non è detto che vada bene per l’infezione in corso. 

La scelta spetta sempre al medico che di solito prescrive un antibiotico a largo spettro, ossia capace di contrastare un numero abbastanza ampio dei batteri più diffusi. 

Se poi la terapia non si rivela essere sufficiente si deve passare a farmaci più mirati, scelti sulla base di esami di laboratorio il cui scopo è identificare con precisione il batterio responsabile dell’infezione (tampone faringeo, esame urine o feci, prelievo del sangue, analisi del muco bronchiale). 

L’utilizzo di un antibiotico sbagliato infatti non solo non cura l’infezione ma espone anche l’organismo ad inutili effetti collaterali.

 

2.Segui scrupolosamente le indicazioni del medico!

Una volta iniziata la terapia antibiotica, è opportuno seguirla correttamente rispettando dosi, orari e durata della terapia, che dipendono dall’antibiotico scelto e dal tipo d’infezione

La concentrazione di antibiotico nel sangue deve rimanere costante quindi va bene se si ritarda di 10 minuti l’assunzione di una dose ma non se passa qualche ora perché i batteri cominciano a crescere e replicarsi con il rischio che emergano le resistenze. 

Viceversa assumere una dose troppo presto non aumenta l’efficacia, così come assumere una quantità di farmaco superiore non accellera la guarigione. 

Assumerne di meno rischia invece di far cronicizzare l’infezione, creando disagi seri e rendendo i batteri patogeni sempre più difficili da contrastare.

      

3.Non interrompere la terapia!

Con alcuni tipi di antibiotici e in presenza di infezioni importanti la terapia può essere lunga ma deve essere completata, fino all’ultima dose prescritta, anche se si ha la sensazione di essere guariti.

Infatti, anche se sono scomparsi i sintomi, alcuni batteri potrebbero non essere stati tutti eliminati e l’infezione potrebbe ricomparire inoltre, interrompendo la terapia, si selezionano i batteri resistenti che quindi in futuro potrebbero causare un’infezione non più curabile con quell’ antibiotico.

I batteri resistenti verrebbero poi trasmessi ad altri con il progressivo diffondersi dell’infezione.

 

Le infezioni causate da batteri resistenti rappresentano oggi una causa di morte da non sottovalutare quindi è importante affrontare il problema facendo tutti la nostra parte, a partire da un uso responsabile di questi farmaci che non sono la soluzione per guarire prima ma la soluzione fondamentale quando davvero serve!

 

Pinuccia Viganò

Farmacista collaboratrice per una farmacia privata della Brianza con la passione per la scrittura e libri. Mamma di Tommaso.

Top
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare. Inoltre, questo sito installa Google Analytics nella versione 4 (GA4) con trasmissione di dati anonimi tramite proxy. Prestando il consenso, l'invio dei dati sarà effettuato in maniera anonima, tutelando così la tua privacy.