E’ uno dei disturbi più comuni dell’ età pediatrica e crea spesso molta preoccupazione nei genitori che si rivolgono al medico o al farmacista chiedendo rimedi che la facciano passare il prima possibile. Ma attenzione, la tosse non è una malattia e solo in pochi casi è davvero necessario il ricorso a farmaci per curarla.
La tosse è un normale meccanismo di difesa che le vie respiratorie mettono in atto quando devono espellere sostanze estranee all’ organismo come il muco, sostanze inquinanti o altri fattori irritanti quali fumo, allergeni, virus e batteri.
Durante la stagione invernale un bambino può avere anche più episodi di tosse, normalmente associati alle comuni malattie virali o da raffreddamento. In questi casi la tosse migliora spontaneamente e non deve destare eccessiva preoccupazione.
Per tenerla sotto controllo si adottano dei comportamenti corretti e si tiene monitorata la situazione per cogliere eventuali campanelli d’allarme che richiedono l’intervento del medico e l’eventuale somministrazione di farmaci.
Saper riconoscere il tipo di tosse, la sua durata, quando e come si presenta nella giornata permette di orientare la terapia che non deve essere subito farmacologica ma deve andare ad agire sulla causa che scatena la tosse.
La tosse può essere acuta se si risolve nel giro di 3 settimane mentre si definisce cronica se non vi è interruzione per più di 8 settimane. La causa in questo caso può essere il reflusso, la rinosinusite, un’asma bronchiale non diagnosticata.
Spesso i pediatri visitano bambini i cui genitori riferiscono che la tosse dura da mesi.
Non si tratta di tosse cronica ma di episodi acuti che si ripetono perché i bambini che vanno a scuola sono continuamente esposti a microbi.
Si definisce grassa o produttiva una tosse che presenta produzione di espettorato (meglio noto come catarro) e che interessa le basse vie aeree (trachea, bronchi, polmoni).
La tosse secca invece non presenta muco e interessa le alte vie aeree (faringe e laringe).
Si presenta in seguito a stimoli esterni come infezioni virali a carico di naso e gola o in presenza di allergie. Di solito si presenta di notte, è stizzosa, con poche secrezioni e meno rumorosa rispetto alla tosse grassa.
La tosse più diffusa nei bambini è quella acuta, da “scolo retronasale” e in genere accompagna forme virali che interessano le alte vie aeree di naso e gola. Questo tipo di tosse all’inizio è secca per poi mostrare espettorato nei giorni successivi man mano che aumenta il muco.
Come si cura?
Poiché la tosse è un meccanismo utile non va eliminata.
Quello che bisogna fare è adottare una serie di rimedi che aiutino a sciogliere il catarro e a calmare la tosse secca, senza ricorrere subito a medicinali che potrebbero mascherare la causa e ritardare la diagnosi.
Ecco i comportamenti da adottare
Far bere molto il bambino (l’acqua è il più potente mucolitico presente in natura!)
Somministrare liquidi tiepidi (il calore scioglie il muco e lo aiuta a staccarsi dalle pareti di faringe e laringe)
Tenere umidificato l’ambiente dove vive il bambino soprattutto se l’aria è molto secca
Tenere pulito il nasino liberandolo dal catarro che oltre a rendere difficoltosa la respirazione potrebbe contenere dei batteri. Inoltre scendendo all’indietro in gola la irrita e stimola la tosse
Far respirare al bambino aria umidificata mettendolo vicino a sorgenti di vapore caldo (basta anche portarli in bagno, aprire i rubinetti e lasciarli 15 minuti in ambiente saturo di vapore)
Non esporre il bambino al fumo passivo. I figli di fumatori hanno più episodi di tosse rispetto ai figli dei non fumatori
Gli sciroppi a base di miele ed estratti naturali (grindelia, altea, papavero rosso…) sono utili sia in caso di tosse grassa che secca perché proteggono la mucosa calmando l’irritazione, favoriscono la rimozione del muco e modulano la tosse senza sopprimerla mantenendo inalterato il suo meccanismo di difesa.
E’ opportuno rivolgersi al pediatra se la tosse è associata a febbre da più di tre giorni o dura da più di due-tre settimane, se il bambino ha meno di tre mesi o in ogni caso se la tosse è particolarmente insistente e disturba il sonno notturno o si accompagna a vomito o dolore al torace.
Andate invece al pronto soccorso se il neonato ha meno di un mese o notate difficoltà nel respirare nei momenti di assenza di tosse, se le labbra diventano bluastre oppure se vi è sangue nel muco.
In caso di tosse grassa, se il catarro prodotto è molto denso, può essere utile assumere uno sciroppo contenente un farmaco mucolitico (acetilcisteina, carbocisteina, ambroxolo) cha va a fluidificare le secrezioni bronchiali per favorire l’eliminazione del muco che altrimenti potrebbe diventare l’ambiente ideale alla proliferazione di batteri con conseguente peggioramento della situazione.
Non però se il bambino ha meno di due anni perché a quest’età non è ancora in grado di eliminare il muco quindi si può causare ostruzione respiratoria e aggravamento della situazione (come documentato molte vote in passato tanto che l’Agenzia Italiana del farmaco ne ha controindicato l’uso)
Sopra i due anni si possono usare ma solo se necessario e con attenzione. L’uso deve essere sospeso se vi è persistenza o aggravamento dei sintomi.
E’ importante anche fare attenzione alla conservazione degli sciroppi (una volta aperti dopo un po’ si degradano) e anche ai possibili disturbi gastrointestinali.
I sedativi (cloperastina, levodropropizina) sono controindicati sotto i 6 anni e devono essere evitati nella tosse produttiva perché bloccano il muco che deve essere espulso.
Possono essere dati per tranquillizzare il sonno notturno se particolarmente disturbato e se la tosse interferisce con la normale alimentazione.
L’aerosol rappresenta una modalità di somministrazione di farmaci molto efficace, ma solo quando è davvero necessario.
Si tratta di una miscela di aria e liquido sotto forma di goccioline microscopiche che permette al farmaco di arrivare più facilmente nei bronchi accelerando la terapia e diminuendo la dose efficace a un decimo di quella che servirebbe per bocca.
I casi in cui è davvero utile sono però pochi: asma, bronchite asmatica e broncospasmo.
In queste situazioni l’aerosol fa sì che il farmaco broncodilatatore o antinfiammatorio (cortisone) giunga ai bronchi in pochissimo tempo rendendo la terapia molto efficace.
In disturbi diversi, ad esempio raffreddore e tosse non importantee,non sempre serve (e sicuramente non serve il cortisone!!).
In questi casi l’aerosol si può fare con soluzioni saline che tengono umidificate le vie aeree e aiutano a fluidificare il muco, in particolare nei bambini piccoli che non possono assumere mucolitici.
In commercio ci sono soluzioni ipertoniche e soluzioni a base di estratti naturali utili a questo scopo quindi se il vostro bambino lo gradisce fategli tranquillamente l’aerosol. Ma se diventa complicato non forzatelo e soprattutto non provate a farglielo mentre dorme perchè l’efficacia in questo modo è praticamente nulla!!
Forza mamme, anche quest’inverno i colpi di tosse e le nottate difficili non mancheranno ma con tanta pazienza e con i rimedi giusti si supereranno!
Pinuccia Viganò
Farmacista collaboratrice per una farmacia privata della Brianza con la passione per la scrittura e libri. Mamma di Tommaso.