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Violenza economica sulle donne: cos’è e come riconoscerla!

11/05/2023

Pur non essendo un tema di cui si parla spesso, quello della violenza economica rappresenta un fenomeno diffuso tra le donne che vorrebbero separarsi ma contemporaneamente temono di non avere la disponibilità economica per farlo, trovandosi in posizione di dipendenza dal marito. 

La violenza economica viene definita come una attività di controllo e monitoraggio del comportamento di una persona in termini di uso e distribuzione del denaro, con la costante minaccia di negare risorse economiche, esponendola a debiti, o ancora impedendole di avere un lavoro e un’entrata finanziaria personale e di utilizzare le proprie risorse secondo la sua volontà. 

Infatti, anche se non è necessariamente l’uomo ad avere il potere economico all’interno di una famiglia, nella maggior parte dei casi è così, e questo spesso porta le mogli/compagne ad essere escluse dalla gestione economica. 

 

 

Quando questo tipo di violenza si protrae nel tempo, la vittima si trova ad essere ormai esclusa dal mondo del lavoro ed è portata a pensare di non avere altra scelta se non quella di subire la situazione che si è creata nel tempo. 

 

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La violenza economica si può manifestare per esempio con l’impedimento ad usare in autonomia le risorse economiche per esigenze sia personali che dell’intera famiglia, a non avere un lavoro che consenta una propria entrata, o con l’obbligo a firmare documenti finanziari, intestazioni di utenze o contratti senza fornire spiegazioni sugli stessi. 

In tutti questi casi la donna, impossibilitata a gestire autonomamente il denaro, è costretta a chiedere continuamente quanto necessario per le spese quotidiane, e si trova così a dover giustificare ogni uscita economica. Questa mancanza di autonomia porta la donna ad essere anche vittima di violenza psicologico perché quello che prima sembrava un accordo armonioso (“tranquilla penso tutto io, tu occupati dei figli”) si converte spesso in violenza psicologica unita ad insulti della situazione creatasi (“non lavori, non vali niente, sono io che porto i soldi a casa, non fai nulla tutto il giorno”).

Queste situazioni vengono spesso nascoste per timore, per frustrazione e per vergogna. Ma ce ne sono tantissime.

Così tante che esiste una convenzione internazionale, la Convenzione di Istanbul del 2014, che ha come obiettivo quello di promuovere dei cambiamenti culturali per eliminare qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli di donne e uomini, inserisce quella economica tra le forme di violenza che rappresentano una violazione dei diritti umani e discriminazione nei confronti delle donne, in quanto atti di violenza fondati sul genere e che provocano danni o sofferenze

 

 

Anche se in Italia non esiste ancora una norma specifica che contrasti la violenza economica, chi la subisce ha la possibilità di tutelarsi ricorrendo agli ordini di protezione contro gli abusi familiari previsti dagli articoli 342 bis e 342 ter del Codice civile: si tratta di provvedimenti che il Giudice adotta su istanza di parte per ordinare l’interruzione del comportamento che causa pregiudizio all’integrità fisica o morale o alla libertà del coniuge o convivente. 

Da un punto di vista penale, la violenza economica può essere ricondotta invece ai reati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, o violazione degli obblighi di assistenza familiare. 

Nonostante le comprensibili difficoltà nel far fronte a quella che è sicuramente una situazione di disagio, è quindi importante che le donne vittime di violenza economica sappiano di avere la possibilità di essere tutelate, e un’alternativa alla situazione di continuo controllo che sarebbero altrimenti costrette a subire. 

Quello che noi consigliamo sempre, sia professionalmente che a livello personale è di fare emergere queste situazioni, denunciarle e portarle alla luce del sole per fare in modo che anche altre donne decidano di denunciare questi abusi per non sentirsi più sole.

 

 

Laura Citroni

Avvocato con studio a milano. La trovate sul sito www.slcx.it nel quale è presente anche un blog che tratta questioni giuridiche spiegate in modo semplice e chiaro. È mamma di Alice e Filippo. Su Instagram la trovate con @la__liki

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