E’ ufficialmente arrivata la stagione dei malanni: dopo due anni di mascherine e precauzioni per evitare il Covid e le malattie infettive, l’influenza torna a colpire in modo pesante, soprattutto i bambini. Noi mamme ci preoccupiamo e tendiamo a tenere i nostri figli chiusi in casa, altrimenti “prendono freddo e si ammalano”. Ma davvero freddo e influenza sono strettamente correlati oppure è ora di sfatare questo falso mito?
Febbre elevata, dolori muscolari e articolari, cefalea, malessere generale e sintomi respiratori come tosse, mal di gola e raffreddore. Mamme, quante di voi hanno i bimbi a casa malati? Quest’anno il picco dell’influenza, che solitamente è tra gennaio e febbraio, è già arrivato a inizio dicembre. Complice la mascherina che ci ha protetti in questi due anni di pandemia, ora dobbiamo fare conti con un’influenza che aggredisce il sistema immunitario dei nostri bambini e anche quello di noi adulti. Cosa fare per rafforzarlo? Ad esempio iniziando a stare un po’ di più all’aria aperta.
LEGGI ANCHE: Influenza ai tempi del Covid: la pediatra ci spiega come rafforzare le difese immunitarie nei bambini
Quante volte avete sentito la frase: non portare fuori i bambini, prendono freddo e si ammalano! Ma ormai è risaputo e anche dimostrato scientificamente che il freddo non fa ammalare. Se coperti bene, i bambini esposti al freddo e quindi all’aria aperta possono solo ricevere benefici sia sul corpo sia sulla mente. Il freddo non porta malattie, influenza, tosse o raffreddore: al contrario dei luoghi chiusi, dove i batteri e i virus proliferano perché presenti con una concentrazione più elevata, stare all’aria aperta, anche in inverno, rafforza il sistema immunitario, previene il rachitismo, le allergie e i malanni di stagione. Cosa preferite dunque? Un bella passeggiata all’aria aperta oppure in un affollato centro commerciale?
LEGGI ANCHE: 6 luoghi magici nella natura per vivere l’atmosfera natalizia insieme ai bambini
L’aumento dei casi di influenza in inverno non è legata alle basse temperature ma a germi, virus o batteri, che circolano più favorevolmente negli ambienti chiusi. Secondo uno studio americano le temperature basse proteggono il virus dell’influenza nel suo viaggio fino all’apparato respiratorio dell’uomo: qui la temperatura del corpo è in grado di “sciogliere” la barriera esterna del virus che si trova improvvisamente in un ambiente ottimale per riprodursi e scatenare l’infezione. Proprio come gli M&M’s, le famose caramelle al cioccolato colorate che si sciolgono in bocca, lo strato esterno di protezione del virus si liquefa solo quando entra nelle vie respiratorie, nello specifico nel naso (ecco perché le mascherine devono essere indossate in modo appropriato, coprendo proprio il naso).
Inoltre è scientificamente provato che i bambini abituati a giocare all’aperto anche in inverno hanno un sistema immunitario più forte e si ammalano di meno, grazie all’esposizione al sole e alla vitamina D, un alleato contro il rachitismo e l’insorgere di infezioni.
In Finlandia, Svezia e Norvegia è diffusa la pratica della nanna sotto zero: un’usanza introdotta negli venti dal pediatra finlandese Arvo Ylppö e che migliorò le condizioni di vita dei più piccoli, abbassando il tasso di mortalità all’epoca molto elevato. Quali sono i benefici della nanna sotto zero? I bambini che dormono fuori al freddo, se coperti in modo adeguato alle basse temperature, respirano un’aria pulita e rafforzano le loro difese immunitarie.
Cosa fare Mums? Spegniamo la televisione e cerchiamo di trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, anche in inverno, solo così potremo aiutare i nostri figli ad ammalarsi un po’ di meno!
Martina Carzaniga
vive a Milano con il marito e i due figli, Gabriele e Davide. E’ laureata in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale e dopo aver lavorato per nove anni come project manager in una multinazionale ha deciso di dare una svolta alla sua carriera ed iniziare la propria attività di distribuzione in Italia di ECO BOOM, un brand ecosostenibile e certificato di prodotti in bambù per mamme e bambini. Scrive regolarmente sul suo blog “Racconti in culla”, e “Come una mongolfiera”è il suo primo romanzo.