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Bambini viziati? Non esistono, lo dice la scienza

14/06/2022

Non prenderlo sempre in braccio, lascialo piangere, lo allatti sempre, ha sempre il ciuccio …. fate anche voi parte del team mamma che ricevono giudizi consigli barra giudizi non richiesti? Appellatevi alla scienza, forse così riuscirete a tenere a bada le persone che han sempre da dire qualcosa…

 

Quante di voi si sono sentiti ripetere, almeno una volta nella vita: non prendere troppo in braccio il tuo bebè, lo vizi! Oppure: non allattarlo tutte le volte che vuole, lo vizi! O ancora: lascialo piangere un po’, non correre subito da lui, lo vizi! Ma davvero si possono viziare i neonati, agendo negativamente sulla loro crescita? Oppure chi vi dice di non coccolare troppo vostro figlio fa parte di quella cerchia di persone da evitare? Così come sono da ignorare tutti quei consigli, giudizi, critiche non richiesti e depotenzianti?

La verità è che chi vi dice che da un vostro atteggiamento può scaturire un abitudine cattiva è prigioniero di quei pregiudizi della nostra cultura che nascondono stereotipi assolutamente privi di verità.

La scienza ha dimostrato che non è possibile viziare i neonati.

Se proprio non riuscite a far capire ad amici, parenti o conoscenti che non è possibile viziare i neonati, potete fare appello alla scienza. Ricordatevi che i bambini non sono dei piccoli mostri, furbi e scaltri, che approfittano del vostro amore per dare sfogo a un capriccio.

La scienza infatti ha dimostrato che alla nascita il cervello di un neonato ha una dimensione pari al 25% di quello dell’adulto ed è per questo che un bebè ha bisogno di un’esperienza “uterina esterna” per creare milioni di sinapsi al secondo. Spiegate loro che quando un bambino si sente protetto e assecondato dai propri genitori, la sua frequenza cardiaca aumenta, stimolando il suo sistema nervoso simpatico e favorendo la produzione di beta endorfine, quelle sostanze chimiche responsabili dell’aumento dei livelli di glucosio nel cervello, con la conseguente formazione di nuovo tessuto cerebrale.

Più sono le esperienze positive per i vostri bambini e più nel loro cervello si creano connessioni neuronali capaci di aumentano le loro abilità e la loro capacità emotiva. E di certo le emozioni positive per i vostri figli non nascono e si sviluppano dalle situazioni in cui le loro necessità vengono trascurate. Il pianto è per loro un modo efficace per dirci che c’è un disagio. Il contatto fisico è l’inizio di un percorso di conoscenza con il mondo esterno e l’espressione di un bisogno di sicurezza e protezione.

cosa serve per avviare l'allattamento

Ascoltiamo il nostro istinto e cerchiamo di avere fiducia in noi stesse, per rispondere ai loro desideri nel miglior modo possibile. Chi meglio di noi sa di cosa ha bisogno nostro figlio? Non lasciatevi influenzare dall’opinione altrui. Non sentitevi in colpa o inadeguate quando qualcuno elargisce sentenze o consigli che minano la vostra autostima.

Lascialo piangere, vuoi che diventi un mammone?

Anche qui la scienza ci viene in aiuto. Per far sì che i vostri figli sviluppino un corpo e un cervello resilienti, occorre fornire loro il supporto necessario. Il pianto è l’unico mezzo che ha un neonato per chiedere aiuto, per comunicare un suo bisogno. Lasciarlo piangere significa negargli la possibilità di essere protagonista attivo nella vostra relazione. Rispondendo invece ai suoi pianti e facendo sentire la vostra presenza, state rafforzando l’idea che siete lì con lui, che può contare su di voi, e questo svilupperà il legame con i genitori fornendo le basi necessarie per creare la sua indipendenza.

La sua autonomia va costruita giorno dopo giorno proprio grazie alla vostra presenza e vicinanza. Quella relazione di dipendenza fisiologica madre-figlio, che troppo spesso viene criticata e giudicata come cattiva abitudine, è assolutamente naturale e indispensabile per sua crescita e quindi va assecondata in tutte le sue forme. Nella cultura moderna ci si aspetta troppo spesso che un neonato debba essere sin dalla sua nascita “bravo”, indipendente e autonomo. Ci si dimentica che imponendo schemi rigidi, razionali e adatti agli adulti si tralascia l’unicità dei propri figli, le loro tempistiche e le loro peculiarità, e ci si focalizza invece sulla sterile competizione tra genitori.

Tenetelo in braccio più che potete, portatelo in fascia cuore a cuore tutte le volte che lo desiderate, coccolatelo, rispondete prontamente alle sue richieste, sorridetegli, prendetevi del tempo per voi stesse e per la vostra serenità, lasciategli la possibilità di fare le sue esperienze.

Vivete questi magici momenti con vostro figlio, attimi che custodirete gelosamente nel vostro cuore e che lo faranno diventare un adulto indipendente e sicuro di sé.

 

Martina Carzaniga

vive a Milano con il marito e i due figli, Gabriele e Davide. E’ laureata in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale e dopo aver lavorato per nove anni come project manager in una multinazionale ha deciso di dare una svolta alla sua carriera ed iniziare la propria attività di distribuzione in Italia di ECO BOOM, un brand ecosostenibile e certificato di pannolini e salviettine per bambini di altissima qualità. Scrive regolarmente sul suo blog “Racconti in culla”, e “Come una mongolfiera” è il suo primo romanzo.

 

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