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Aiuto, la Sirenetta è nera e in Peppa Pig ci sono le lesbiche: un danno allo sviluppo psico-emotivo dei bambini?

05/10/2022

Dalle mamme lesbo in una puntata di Peppa Pig alla nuova versione della Sirenetta “nera”. E’ la nuova era dei cartoni animati? O una strumentalizzazione di tematiche sociali? Tante le polemiche nate sui social e noi abbiamo chiesto una chiave di lettura sulla questione alla nostra pedagogista Maruska D’Agostino. 

Oramai da qualche settimana imperversano polemiche relative a due avvenimenti che pare abbiano scosso l’opinione pubblica italiana: da un lato una puntata di Peppa Pig e dall’altro il nuovo teaser di Little Mermaid.

Ma vediamo nello specifico i termini coinvolti nello scandalo. Uno dei temi del dibattito riguarda la puntata 41 della sesta stagione di Peppa Pig, la famosissima serie britannica di successo ideata da Mark Baker e Neville Astley. Della puntata in questione, ancora non andata in onda in Italia, se ne è chiesta la censura, trattando per l’appunto il tema di famiglie arcobaleno: nella serie infatti, compare per la prima volta, una famiglia composta da due mamme dalle sembianze di due orsi polari.

«Vengo con la mia mamma e l’altra mia mamma», dice infatti uno dei piccoli amici di Peppa Pig.

 

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Accanto alle polemiche relative a Peppa Pig, la degna conseguenza per un Paese in cui forse in pochi sanno come spiegare le cose ai bambini, è stata l’indignazione per il colore della pelle della nuova sirenetta Ariel, per la cui interpretazione è stata scelta un’attrice non bianca. Essendo io mamma, insegnante e pedagogista mi hanno incuriosito molto queste polemiche e mi hanno portata ad interrogarmi sulle loro origini e radici più o meno profonde nell’animo dei fomentatori. Alla base delle stesse, pare ci sia una forte preoccupazione per i bambini e per il loro sviluppo psico-emotivo, al punto tale che i due programmi in questione possano ledere, secondo l’opinione di molti, la crescita armonica e adeguata stessa dei bambini che ne prendono visione.

 

LA RIFLESSIONE DELLA PEDAGOGISTA 

 

MA prendiamoci un attimo per riflettere: cos’è che non piace? Che una fiaba scritta da Andersen, autore danese e per di più considerato da molti studiosi bisessuale, contenga un personaggio nero? Che una puntata di Peppa Pig mostri una famiglia arcobaleno costituita da due mamme, in un mondo in cui il concetto di famiglia si è fortemente evoluto?

 

Personalmente ritengo che si debba porre maggiore attenzione al contesto socio-culturale in cui noi tutti ci troviamo a vivere; occorre riflettere sul fatto che la nostra è una società sempre più cosmopolita, e che i nostri figli e le scuole che frequentano sono sempre più un miscuglio di etnie, di religioni, di pelli di colore diversi oltre che di famiglie estremamente variegate. Da qui ne deriva che in una società così come quella descritta sopra sia normale, ma mi viene da dire anche logico se non indispensabile, che le rappresentazioni soprattutto visive, al cinema o in tv, tengano conto delle differenze che ci sono al suo interno.

Allontanandoci dal pensiero secondo cui Peppa Pig possa costituire una strumentalizzazione di un prodotto realizzato per i bambini, imponendo concetti difficili da metabolizzare per il pubblico più piccolo e che le accese polemiche sulla Sirenetta nascondano soltanto un malcelato razzismo, credo fermamente che alla base vi sia qualcosa di più complesso: l’accettazione o il rifiuto di ciò che è diverso da noi.

In questo contesto, la millantata accettazione della diversità pare sia diventata qualcosa di estremamente superfluo…Nulla di più sbagliato che, a mio parere, pone dei muri insormontabili di fronte all’evoluzione dell’uomo come essere sociale.

Come ci ricorda Albert Jacquard, divulgatore scientifico francese, “la nostra ricchezza è fatta dalla nostra diversità: l’altro ci è prezioso nella misura in cui ci è diverso”.

 

Ma come spiegare tutto questo ai nostri figli, coloro che pare siano stati il motivo di codesta indignazione?

In realtà, i piccoli, fin dalla più tenera età, ci stupiscono perché sono in grado di comprendere concetti che spesso a noi grandi sfuggono o che noi talvolta temiamo. Educare i bambini a rispettare le differenze e a vederle come un valore aggiunto è fondamentale, per accompagnarli nella crescita, raccontando come l’inclusione, l’accettazione e il rispetto dell’altro siano i pilastri dell’esistenza.

Le caratteristiche che ci rendono unici ci permettono di completarci a vicenda e di rendere il genere umano ricco e vario. I bambini non nascono con pregiudizi che li spingono a giudicare le differenze. Loro le notano e basta. Si pongono domande, vogliono conoscere e sapere, ma lo fanno senza malizia. A differenza di noi adulti non hanno preconcetti, ma solo una tela bianca da riempire di colori, di informazioni e curiosità.

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Tornando alle mamme-scandalo e al colore della pelle di Ariel, vi inviterei a pensare invece a tutti i bambini, alle bambine e a tutti quegli adulti che non hanno mai avuto una rappresentanza e che finalmente, tra pianti e stupore e dopo un tempo quasi infinito, sono finalmente riusciti ad identificarsi in quella famiglia e in quella sirena dalla pelle nera.

Spieghiamo ai nostri bambini, ai futuri uomini e donne di domani, che le differenze rappresentano un’opportunità da cogliere al volo e che le diversità vanno comprese, accettate, rispettate, condivise. Non siamo tutti uguali. E questa è una fortuna, una grandissima fortuna!

 

Maruska D’Agostino

pedagogista // 328.7947850 // maruska.dagostino@gmail.com

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