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Mamme che scelgono di non lavorare: una sconfitta per la parità di genere?

29/07/2022

Mamme e lavoro, un tema di cui spesso si parla, soprattutto in Italia. Sono tante le donne che fanno sacrifici tra casa, figli e lavoro e tante altre che, alla fine, scelgono di rinunciare alla loro professionalità per occuparsi esclusivamente dei figli. Abbiamo approfondito il tema: che ne pensate?

“Il lavoro nobilita l’uomo” diceva un saggio proverbio. “E anche la donna” aggiungiamo noi. Avere un impiego non solo ci rende utili all’interno della società, ma ci permette di sviluppare l’autonomia e la crescita personale indispensabili per appianare il pericoloso gender gap, una piaga sociale ancora troppo presente e demoralizzante. E allora perché ancora oggi, nel 2022, molte donne e madri decidono consapevolmente di non cercare un’occupazione? Siamo rassegnate a una società che ci ostacola, scegliamo di rimanere vittime di stereotipi di genere? Ecco a voi una riflessione.

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Perché sono sempre le mamme a dover rinunciare al lavoro?

Secondo il nuovo rapporto “Le Equilibriste” di Save the Children, solo il 57,4% delle mamme tra i 25 e i 54 anni ha un impiego, contro l’87,4% dei papà. La situazione più allarmante la troviamo in Basilicata, Campania e Calabria, dove un’alta percentuale di mamme si occupa a tempo pieno della cura della famiglia, dei genitori e della casa. Nel 2020 abbiamo assistito inoltre alla dimissione volontaria del 77,4% delle donne, impossibilitate a conciliare vita privata e vita lavorativa. Una scelta dunque imposta dallo Stato, dalle carenze di un supporto concreto, dai servizi per l’infanzia troppo cari, dalla mancanza di figure alternative, come i nonni, che possano dare aiuto alle famiglie, oppure una decisione influenzata dalla cultura e dagli stereotipi di genere?

Perché i papà non si trovano nella stessa situazione della controparte femminile, e si tengono ben stretto il proprio posto di lavoro, facendo carriera, trasferte, assumendo posizioni dirigenziali o aspirando a una vita lavorativa soddisfacente? Eppure i figli sono di entrambi i genitori, hanno il diritto della cura e dell’assistenza di entrambi. E’ vero, durante i primi tempi il bebè ha bisogno maggiormente delle cure della mamma, il congedo parentale per i papà è di soli 10 giorni, e gli asili nido in Italia sono molto costosi. I nonni non sempre sono a disposizione, i nidi a volte davvero risultano troppo onerosi per il bilancio familiare, ma perché sono sempre le donne a dover sacrificare la propria vita lavorativa?

  Il lavoro fa bene a se stesse e all’equilibrio familiare.

C’ è chi dice che quello della mamma è il lavoro più difficile al mondo. Che una donna che si occupa a tempo pieno della propria famiglia avrebbe il diritto di uno stipendio da parte dello Stato. Che educare i figli è un impegno faticoso, soprattutto quando grava totalmente sulle spalle della madre. Ma siete sicuri che quello della mamma è un lavoro? Sicuramente! Come è anche un lavoro quello del papà, in modo equiparato. E quando una mamma decide consapevolmente di non trovare un posto di lavoro all’interno della società, gli squilibri tra i genitori inevitabilmente si accentuano. Questa non è parità di genere.

Investire nell’istruzione, trovare un’occupazione gratificante, coltivare i propri interessi, dedicare del tempo a se stesse e alla coppia, allontanare il senso di colpa e il giudizio sociale: sono questi i passi avanti per raggiungere la parità di genere. Al di là dei limiti imposti dallo Stato, il primo limite ce lo poniamo noi stesse: lo facciamo quando ci sentiamo in colpa se usciamo a cena con nostro marito e lasciamo i figli ai nonni; quando mandiamo i figli al nido per poterci realizzare professionalmente; se la casa è in disordine e non riusciamo a cucinare un piatto salutare per i nostri figli; quando abbiamo voglia di staccare per un attimo e desideriamo trascorrere un week end romantico da sole con il nostro partner. Siamo cattive madri? No. Siamo donne che amano follemente i propri figli e che amano follemente anche sé stesse.

Ricordatevi che noi mamme siamo un modello per i nostri figli,  un esempio di madri e donne lavoratrici felici di realizzare i propri progetti di vita, il loro punto di riferimento per la costruzione di una famiglia in cui tutti contribuiscono in modo equo, favorendo così il raggiungimento della parità di genere.

 

Martina Carzaniga

vive a Milano con il marito e i due figli, Gabriele e Davide. E’ laureata in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale e dopo aver lavorato per nove anni come project manager in una multinazionale ha deciso di dare una svolta alla sua carriera ed iniziare la propria attività di distribuzione in Italia di ECO BOOM, un brand ecosostenibile e certificato di pannolini e salviettine per bambini di altissima qualità. Scrive regolarmente sul suo blog “Racconti in culla”, e “Come una mongolfiera” è il suo primo romanzo.

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