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Mum's Life

Mamma Che Ansia. Il senso di colpa di aver messo al mondo dei figli, in un mondo ingiusto.

24/02/2022

Essere madri è un duro lavoro, che a volte spaventa. Melissa Ceccon torna con il suo blog #MammaCheAnsia, questa volta senza ironia, per parlare di un tema attuale, che in queste ore ha scosso il mondo intero: la scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.

#RussiaUcraina

 

Ecco il pensiero che mi ha accompagnato per gran parte della giornata, oggi. Così, nudo e crudo.

“Perché ho messo al mondo dei figli, in un mondo ingiusto?”

Mi sono svegliata intorno alle 7, come ogni mattina. Un filino più stanca del solito. Ma ci sta, è giovedì. Il peso della settimana inizia a farsi sentire. Mi sono alzata, ho svegliato dolcemente i miei due bambini, gli ho preparato la solita colazione. Io mi sono preparata il mio buon caffè e poi ho acceso il telefono.

Sbam.

La Russia ha attaccato l’Ucraina. Anche io, come tutti voi probabilmente, ho letto questa cosa come prima notizia del giorno.

Il gelo. Il cuore stretto.

Anno 2022 e si parla di guerra. Osservo i miei figli intenti a guardare i cartoni in tv, ancora mezzi intontiti dal sonno e penso, quasi in maniera surreale e ironica, come se la notizia che avevo appena letto non fosse reale: “ho appena finito di rattoppare le loro vite da due anni di pandemia e ora inizieranno a sentir parlare di attacchi, bombardamenti, missili. Morti. Bambini morti”.

Che brivido di freddo. Faccio un bel respiro profondo, anzi più di uno, e cerco in qualche modo di lasciar scorrere questi pensieri così ingombranti.

Opera di Bansky 

 

Non può esistere solo il bene. Certo. Non può esserci solo il bello. Certo. Non ci possono essere solo persone buone. Certo. E neanche si può vivere di solo amore. Nel mondo – come nella vita – ci vuole equilibrio, e questo equilibrio può esistere solo nella dualità delle cose. Male e Bene, Buoni e Cattivi, Giusto e Sbagliato. Amore e Odio.

I bambini, soprattutto i nostri bambini, nati dalla parte fortunata del mondo per tante cose, devono essere consapevoli che la vita non è solo in discesa. Che c’è bisogno anche di farsi male, sbagliare, andare contro e fare fatica per riuscire. Nella piccola e nella grande cosa. Devono essere consci che probabilmente, nel loro percorso succederà di ferire qualcuno o di essere feriti, ma devono sapere, in un equilibrio sempre più instabile, da quale parte far pendere la loro bilancia: dal bene o dal male?

Pensieri razionali, di testa. Ci provo, devo farlo altrimenti sarebbe il caos più totale.

Però sono anche una mamma, e a volte, non ce la faccio proprio a ragionare solo di testa, anche se mi impegno. A volte, la pancia e il cuore hanno il sopravvento. E allora, mentre preparo per andare all’asilo i miei due piccoli ometti e gli allaccio il grembiulino, nella mia testa arriva come uno tsunami un pensiero terribile: “perché ho messo al mondo dei figli? In QUESTO mondo: dove sembra esserci più male che bene, più odio che amore, più ingiustizia che giustizia? Ho fatto bene?”.

La guerra non è fuori dalle nostre porte, dai nostri giardini. E’ lontana chilometri e chilometri. Ma c’è. Ed è di tutti. Perché se c’è la guerra, c’è una ferita gigantesca nell’umanità intera. E in questa umanità ci sono anche i miei figli. I miei fortunatissimi figli a cui, oggi, io ho messo il fazzolettino di carta nella tasca del grembiule e non un adesivo con il gruppo sanguigno come invece hanno fatto le mamme che vivono a chilometri di distanza da noi. 

Ci sono bambini che oggi, si sono svegliati con le sirene di allarme, anziché con il suono della sveglia. Che hanno guardato fuori dalla finestra, con il nasino all’insù, per vedere aerei militari anziché nuvole. A chilometri dai nostri occhi e dalle nostre orecchie, ci sono bambini, mamme, nonni, zii, padri spaventati, impotenti. Impotenti come purtroppo lo siamo anche noi, mentre guardiamo passivamente le immagini in tv e sui giornali, di una guerra che sembra farci fare un balzo di decenni nel passato. 

Photo credit: Huffington Post

 

Prima di lasciarli all’asilo, ho dato loro più baci del solito, forse per colmare quelli che non arriveranno sulle guancette di altri bambini.

“Basta baci mamma, perché così tanti baci?!””, mi hanno risposto schivandomi un po’.

Perché sì. Perche siamo qui. Perche siamo fortunati. Perche dobbiamo amare, amarci e contagiare il mondo con l’AMORE, ogni volta che possiamo.

Perché siamo impotenti di fronte a tutto ciò. Non ci resta altro che amare, nel qui e ora. E’ la nostra arma di pace.

Perché c’è la guerra, c’è la droga, c’è il bullismo, ci sono le sconfitte, ci sono i soprusi. C’è stata una pandemia. E’ impossibile vivere e far vivere i nostri figli sotto una campana di vetro, sperando in un mondo più giusto. Bello. Sano. Pieno di amore. Lo so.

Ma queste parole, che fin’ora avete letto, mi sono uscite così, di getto. Avevano bisogno di trovare un posto fuori dalla mia testa. Non le ho rilette, non volevo nemmeno pubblicarle in realtà. Ma forse, dall’altra parte del monitor c’è un’altra mamma che come me prova questi sentimenti, che come me combatte tra la voglia di  voler veder crescere i propri figli e scoprire che ruolo avranno nel mondo ma allo stesso tempo ha paura del mondo che si troveranno tra le mani.

E allora mi sono fatta coraggio.

Essere madre fa paura a volte. Essere madre spesso fa sentire sole, e in guerra. Ma essere madre insieme a tante altre madri, significa creare un esercito. Un esercito di vita, speranza e amore. 

 

 

PROMEMORIA – DI GIANNI RODARI

 

 

Melissa Ceccon

Responsabile editoriale – Mumadvisor

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