Comincio questo articolo riprendendo la definizione dal sito che rappresenta fonte primaria di informazioni per quanto riguarda l’autosvezzamento:
“Autosvezzamento è il termine inesatto ma semplice e immediato per indicare l’alimentazione complementare a richiesta: il più naturale, sano e rispettoso modo per una naturale evoluzione dell’alimentazione dei bambini dall’allattamento ai solidi, guidandoli attraverso il lento e graduale passaggio da una dieta a base di solo latte materno o artificiale all’universo dei cibi “dei grandi” per uno svezzamento senza traumi”. (cit._http://www.autosvezzamento.it/autosvezzamento-cioe/cos-e-l-autosvezzamento/)
Come Ostetrica rispettosa dei tempi di ogni bambino e dell’allattamento a richiesta, mi è difficile quindi pensare ad un’alimentazione complementare dove non ci sono schemi, ingredienti stabiliti, liofilizzati e tanto altro che lo svezzamento classico ci impone.
L’OMS suggerisce e raccomanda di alimentare il bambino dalla nascita al sesto mese compiuto esclusivamente con latte materno o formulato.
Dal sesto mese compiuto, se il bambino è pronto, è possibile completare, non sostituire quindi la loro alimentazione a base di latte con altri cibi: verdura, frutta, cereali, carne, pesce, legumi.
Come capire se il bambino è pronto per lo svezzamento?
Per capilo dobbiamo osservare questi segnali:
il bambino sta bene seduto da solo, senza supporti di cuscini dietro la schiena
il bambino si passa gli oggetti da una mano all’altra e li porta alla bocca
il bambino mostra interesse per il cibo dei grandi
il bambino, se gli viene poggiato un cucchiaio sul labbro inferiore, al centro, non estrae la lingua come per leccarlo. Questo riflesso è tipico della suzione esclusiva.
L’introduzione dei cibi solidi viene chiamata generalmente con il termine “svezzamento” anche se in realtà non c’è nessun “vizio” da togliere in quanto poppare al seno non è un vizio ma una necessità di sopravvivenza per il bambino.
Qui vogliamo parlare invece di “alimentazione complementare”: dall’alimentarsi esclusivamente del latte materno o formulato si aggiungono poco alla volta nuovi alimenti. Vorrei sottolineare però che la frase “bisogna svezzare perchè il tuo latte non nutre più” è assolutamente falsa in quanto il latte materno cambia composizione con il passare del tempo adattandosi perfettamente alle esigenze nutrizionali del bambino.
Come si mette in pratica?
Con l’Autosvezzamento bisogna fidarsi delle competenze del nostro bambino in quanto sarà lui stesso (e non con uno schema datoci dal pediatra), a regolarsi su quanto latte e quanto cibo prendere in modo graduale. Si parla di assaggi infatti, dove la poppata avviene sempre prima del pasto. Prima del pasto in quanto in questo modo il bambino non sente intaccata la sua routine perchè non gli si offre al posto del seno o biberon un cibo solido.
In questo modo vedrà l’introduzione di cibo come una novità e un momento piacevole. Con il passare del tempo gli alimenti introdotti saranno sempre maggiori e andranno a sostituirsi al latte. Fondamentale è la condivisione del pasto, che verrà svolto insieme a tutta la famiglia in ogni momento della giornata.
L’autosvezzamento quindi consiste nel lasciare che il vostro bambino si nutra scegliendo gli alimenti che più gli piacciono presenti sulla vostra tavola al momento del pasto fin dall’inizio.Questo presuppone che la famiglia segua un’alimentazione con prodotti genuini, varia ed equilibrata. Bisogna cucinare senza utilizzare cibi già confezionati o pronti. Le merendine, gli omogenizzati e il cibo pronto deve essere sostituito con dolci e cibo preparato in casa, frutta e verdura di stagione e controllata, meglio se bio.
Non verranno proposte le pappe, puree, creme, omogenizzati, liofilizzato, brodi e passati di verdura ma direttamente cibo da mordicchiare, che piace e tagliato in dimensioni adeguate.
Questo metodo può spaventare i genitori ma abbiate fiducia nelle competenze del vostro bambino, basteranno poche settimane e svilupperà una sua utonomia nell’alimentarsi e nel masticare che vi stupirà. Conoscerete i suoi gusti, cosa preferisce mangiare utilizzando le mani e cosa con il cucchiaino, se quell’alimento preferisce mangiarlo da solo o aiutato da voi e a capire quando è sazio e quando no. Alle volte basteranno due rigatoni o un cucchiaio di riso mentre altre volte mangerà tutto quello che c’è nel piatto. Presentate al bambino porzioni adatte a lui.
E questo non deve preoccuparvi perchè questo cibo complementa semplicemente il latte che è la sua alimentazione principale. Vi faranno capire quando il pezzetto è troppo grosso e lo sputerà o aprirà la bocca per farsi aiutare.
Arriverà in pochi mesi a mangiare tutto: pasta, riso, legumi, carne, pesce, pomodori, pizza, formaggi, frutta e verdure di tutti i tipi. E mangerà queste cose con i Nostri condimenti comprese di spezie e sale. E soprattutto non si andrà ad introdurre un alimento per volta, aspettando che questo possa dare manifestazioni di allergia o intolleranza e poi passare al successivo dopo una settimana.
E le allergie?
Gli studi hanno dimostrato che aspettare l’introduzione di cibi considerati allergizzanti provocano più facilmente allergia perchè entrando a contatto in modo tardivo con questo alimento può non essere in grado da solo di gestire la situazione e quindi provocare un’allergia. Se il bambino è allergico per motivi genetici lo sarà sia a 6 mesi che a due o 3 anni. Gli alimenti che di solito sono incriminati sono i pomodori, le fragole che contengono istamina e possono provocare rossore ma questa non è allergia. La realtà è che ogni bambino può avere reazioni a qualunque cibo e lo si scopre solo strada facendo.
Il mio suggerimento, è di sperimentare e osare anche se le indicazioni del vostro pediatra sono state diverse e avete fiducia in lui.
Link Utili:
www.autosvezzamento.it | www.babyledweaning.com/
Letture consigliate: Io mi svezzo da solo, Lucio Piermarini | W la Pappa – Paola Negri | Il mio bambino non mi mangia – Carlo Gonzales
Dott.ssa Ostetrica Sara Notarantonio ( articolo scritto per www.periodofertile.it)