Nei giorni scorsi è stata presentata al Senato una proposta di legge, grazie alla movimentazione social portata avanti dalla fidanzata del frontman dei Maneskin, affinchè la vulvodinia e la neuropatia del pudendo siano riconosciute come malattie croniche e invalidanti. Ne abbiamo parlato con la nostra ostetrica
Il dolore pelvico cronico è un insieme di sintomi che si presentano con un dolore localizzato nell’area pelvica o perineale da almeno 6 mesi e che si può irradiare fino alla regione lombare, all’inguine, alla vagina e vulva, alla regione sovrapubica, al sacro-coccige e alla radice delle cosce.
I sintomi più comuni di dolore pelvico cronico sono la vulvodinia, la vestibolodinia, l’endometriosi, la neuropatia del pudendo.
Conosciamo nel dettaglio questi disturbi.
La vulvodinia è una patologia cronica che colpisce circa il 10-15% delle donne, soprattutto tra i 20 e 40 anni, che comporta bruciore e dolore all’ingresso della vagina e nella zona circostante, senza lesioni evidenti, secchezza e irritazione.
Il dolore può insorgere spontaneamente o dopo un contatto, ad esempio durante un rapporto o qualche volta semplicemente accavallando le gambe. È spesso avvertito sotto forma di fitte o scosse e può estendersi ai glutei, all’ano e anche all’interno delle cosce.
Le cause che causano questa patologia non sono del tutto chiare e alcune sembrano associate tra loro:
Infezioni ripetute da candida albicans.
Traumi fisici, a seguito di un rapporto non desiderato o dopo episiotomia o una biopsia vulvo-vaginale.
Trauma psicologico.
Attività sportive che possono creare microtraumi, come equitazione e spinning.
Il dolore vulvare può facilitare una contrazione muscolare sia a livello del pavimento pelvico, sia a livello della muscolatura vaginale creando altri disturbi come maggiori dolori mestruali, la cistite interstiziale e la sindrome del colon irritabile.
La vestibolodinia è la forma più frequente di vulvodinia localizzata al vestibolo della vulva (l’ingresso della vagina) spontanea o provocata dalla frizione sul vestibolo stesso ad esempio durante un rapporto. Altre forme di vulvodinia localizzate sono la clitoridinia (dolore localizzato al clitoride) oppure l’uretrodinia (dolore localizzato nell’area dell’uretra).
La diagnosi si effettua dopo un attento counselling con la paziente, escludendo eventuali infezioni o altre possibili origini di insorgenza.
Si tratta di una patologia invalidante perché al dolore si aggiunge stress, scarsa qualità di vita e calo del desiderio sessuale, che a loro volta peggioreranno la vulvodinia.
Le terapie farmacologiche più utilizzate sono antidepressivi ciclici e anticonvulsivanti che a piccole dosi possono interrompere i circuiti del dolore cronico e la maggiore sensibilità delle terminazioni nervose.
Per ridurre al minimo gli stimoli irritativi e controllare il dolore vulvare cronico è importante:
evitare indumenti troppo aderenti
indossare biancheria intima di cotone bianco
non indossare biancheria intima di notte
utilizzare dei detergenti intimi delicati ed emollienti
utilizzare solo assorbenti igienici esterni, preferibilmente di cotone
usare dei lubrificanti per agevolare i rapporti sessuali e alleviare temporaneamente il dolore.
evitare le attività fisiche che causano sfregamento della vulva
applicare della vaselina come protezione dal cloro, prima di nuotare in piscina
utilizzare un cuscino a forma di ciambella, se il dolore aumenta in posizione seduta.
Nei casi di contrattura del pavimento pelvico è necessario imparare a controllarlo per permettere di rilassarlo attraverso un auto massaggio vaginale.
Colpisce il 12-14% delle donne in età fertile e circa il 45% delle donne in post menopausa. Fa parte dei “Sexual Pain Disorders” ed è rappresentato dal dolore che la donna avverte durante i rapporti sessuali a livello vaginale o pelvico. La dispareunia spesso può compromettere la vita sessuale di una coppia perché la donna pur di non sentire dolore si rifiuta di avere rapporti con il partner, aumentando il senso di frustrazione e sfiducia in se stessi.
La dispareunia può essere distinta in superficiale e profonda in relazione alla sede di dolore:
Superficiale: il dolore avviene all’ingresso vaginale, a livello dell’introito e nel primo tratto di vagina;
Profondo: il dolore avviene a penetrazione completa.
Le cause possono essere distinte in fisiche e psicogene.
Dolore superficiale legato a infezioni vaginali, ad una riduzione degli ormoni e conseguente atrofia vulvo-vaginale (come spesso avviene in menopausa), anatomiche, ipertono del muscolo elevatore dell’ano, iatrogene a seguito di interventi chirurgici vaginali e immunitarie.
Dolore profondo legato principalmente ad endometriosi, varicocele pelvico, malattia infiammatoria pelvica ed esiti di radioterapia in zona pelvica. Altre volte il dolore può essere legato alla retroversione dell’utero (utero inclinato indietro), in tal caso in alcune posizioni la donna avverte dolore in altre no.
Aspetto psicologico, il dolore superficiale o profondo può essere legato ad un trauma precedente come per esempio uno stupro, un rapporto conflittuale con il partner, una situazione di disagio durante il rapporto, non accettarsi fisicamente oppure legato alla paura di una eventuale gravidanza. Spesso anche il pensare che questo dolore non cesserà mai è il motivo per cui si acutizza durante il rapporto.
Il dolore può essere crampiforme, acuto o semplicemente arrecare bruciore. In tal caso, durante i rapporti istintivamente si tende a contrarre i muscoli pelvici aumentando ulteriormente il dolore.
La descrizione dei sintomi da parte della donna e un esame obiettivo permettono di fare diagnosi. Attraverso una visita accurata sarà possibile stabilire se la causa è fisica o psicologica ed eventualmente decidere il percorso da intraprendere. È importante stabilire un rapporto di fiducia affinchè la donna si senta libera di poter parlare della sua sessualità, spesso motivo di disagio e malessere generale.
Il trattamento è personalizzato in base alle cause che lo determinano.
In relazione al tipo di dolore descritto infatti è possibile utilizzare dei trattamenti diversi:
Se il dolore è superficiale si useranno delle lozioni lubrificanti prima del rapporto preferibilmente a base di acqua, perché quelli a base oleosa tendono ad asciugare in fretta la vagina. Inoltre si consiglia di aumentare i preliminari durante il rapporto per aumentare la lubrificazione vaginale prima della penetrazione. Nel caso di secchezza vaginale, soprattutto in menopausa, possono essere utilizzati degli estrogeni in forma di crema, ovuli locali o in forma sistemica che aumentano la lubrificazione e l’elasticità della vagina.
Se il dolore è profondo, variare le posizioni del rapporto per trovare quella in cui la donna possa controllare la penetrazione. Inoltre in base alla diagnosi del dolore profondo si effettuerà una terapia differente.
Può essere utile fare un percorso di psicoterapia, nel caso in cui la causa sia psicologica.
Se si tratta di ipertono dei muscoli pelvici la donna può partecipare ad un percorso educativo di consapevolezza affinché attraverso esercizi mirati o con biofeedback possa imparare a rilassare la muscolatura e ristabilire un normale tono pelvico.
E’ una patologia che ad oggi interessa il 10-15% delle donne in età fertile trai 25-35 anni, nel 30-40 % dei casi è spesso asintomatica e la scoperta è casuale durante un altro intervento chirurgico.
L’utero ha nel suo strato più interno uno strato composto da cellule endometriali, le stesse che sfaldandosi mensilmente danno vita al flusso mestruale. Se queste cellule si trovano al di fuori dell’utero danno vita a una patologia chiamata endometriosi, che crea un’infiammazione cronica nel corpo della donna.
I sintomi principali sono dolori molto intensi soprattutto nel periodo mestruale e periovulatorio, dolore durante i rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, astenia e spesso è anche causa di infertilità.
Il motivo per cui queste cellule si trovano al di fuori dell’utero non è noto, si ipotizzano cause genetiche, immunitarie. Si ipotizza che durante la mestruazione, alcune cellule endometriali invece di scendere e defluire, risalirebbero lungo le tube per impiantarsi in altri organi circostanti. Le sedi d’impianto possono essere infatti le ovaie, tube, la parete esterna dell’utero, intestino, vagina, vescica e anche il retto.
Per la donna rappresenta una malattia invalidante con effetti psicofisici importanti in quanto il dolore mestruale o durante i rapporti sessuali è spesso causa di malessere intenso e una conduzione di vita alterata.
E’ importante che venga riconosciuta tempestivamente e trovato il focolaio di cellule che genera la malattia.
La cura più efficace ad oggi infatti è la rimozione dei focolai attraverso intervento laparoscopico, il meno invasivo possibile, anche se non sempre è possibile asportare completamente i focolai. Il trattamento medico è con antinfiammatori per controllare il dolore pelvico, e con ormoni per cercare di atrofizzare il tessuto endometriale ectopico.
Uno stile di vita sano (no fumo, si attività fisica regolare) e un’alimentazione adeguata (più fibre e meno proteine animali) permettono di ridurne i sintomi.
La neuropatia del pudendo è una sindrome caratterizzata da dolore cronico intorno al perineo, la zona del corpo innervata dal nervo pudendo, che innerva i genitali esterni di uomo e donna, il perineo e l’ano.
Le cause possono essere dirette, traumatiche o chirurgiche, oppure indirette per problemi posturali, costituzionali, lavorative o sportive.
I sintomi sono sensazione di bruciore, formicolio, intorpidimento, sensazione di punture o spilli, stiramento, sensazione di freddo, sensazione di un corpo estraneo nel retto, disturbi durante la minzione o nella defecazione, dolore durante i rapporti sessuali.
Il dolore spesso peggiora quando si sta seduti a lungo, soprattutto su sedie rigide, dopo l’evacuazione o dopo aver urinato, mentre generalmente si allevia in piedi o da sdraiati.
La diagnosi deve essere accurata escludendo altri possibili cause e si fa attraverso uno studio neurofisiologico pelvi-perineale, un esame che consente di verificare il normale funzionamento dei nervi e la terapia dipende dalla causa all’origine della neuropatia. È possibile utilizzare degli antinfiammatori per cercare di controllare il dolore e analgesici, miorilassanti e anticonvulsivanti per permettere il rilassamento della muscolatura pelvica.
Se l’origine della causa è indiretta sarà importante lavorare sulla postura e sulle condizioni che hanno portato all’irritazione o all’intrappolamento del nervo pudendo.
Cetty Riggio
Ostetrica Libera Professionista, Consulente Babywearing, Personal Trainer Ostetrico.
Mi occupo delle donne dal menarca alla menopausa, con particolare attenzione alla gravidanza e al puerperio.