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Mum's Life

Scienza fa rima con donna e mamma. L’intervista alla scienziata Chiara Segré: “il cervello non ha sesso”

22/02/2022

Continuano gli appuntamenti con le interviste di MumAdvisor. Questa volta abbiamo incontrato Chiara Segrè, mamma di tre bimbi, scrittrice di successo e scienziata. Dalla vita in laboratorio, alla divulgazione scientifica fino al vaccino anti-Covid. Ecco di cosa abbiamo chiaccherato insieme

Quando mi hanno presentato Chiara, ne sono subito rimasta affascinata: scrittrice, mamma e scienziata. Wow! “Ma come fa?!”, è la prima cosa che mi sono chiesta. E subito dopo, nella mia testa, sono apparse altre mille domande …. deformazione professionale, probabilmente. Ma questo spazio “Le interviste alle mamme di MumAdvisor”, nasce proprio con l’obiettivo di raccontare storie di donne, che non sono solo madri, ma anche molto altro: hanno un ruolo di prestigio, una storia di successo, hanno affrontato un dolore grande, hanno trasformato un ostacolo in opportunità, ecc.

Perché Chiara Segrè? Prima di tutto perché è una scienziata, donna. E lo sottolineiamo perché, in fondo non è così scontato. Poi perché è mamma, di tre figli piccoli. Maternità e scienza si sono uniti in una foto social che Chiara ha pubblicato sui suoi profili mentre era all’ottavo mese di gravidanza e aveva appena fatto il vaccino anti-Covid: scelta facile? No, come per la maggior parte di noi. Ancor più complicata, forse, per le donne in dolce attesa, ma lei – divulgatrice scientifica – ha deciso di parlarne spiegando il vaccino da un punto di vista anche professionale.

 

 

Insomma, con lei abbiamo affrontato tanti temi, come avrete intuito da questa prefazione, ma non vi anticipiamo nient’altro. Lei con le parole è bravissima e quindi vi lasciamo direttamente alla lettura dell’intervista per farvi scoprire chi è Chiara Segrè!

 

L’INTERVISTA

Qualche giorno fa, l’11 febbraio, si è celebrata la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella  scienza. Ancora poche nei laboratori e centri di ricerca. Tu sei una donna e sei una scienziata, perché il tuo non è un lavoro SOLO per uomini? 

Per quanto riguarda le materie STEM, ovvero la scienza e la tecnologia, il cervello non ha sesso. Non c’è nessuna ragione per cui i maschi siano più o meno portati delle femmine per una carriera scientifica. La storia è costellata di grandi scoperte effettuate da donne, ma troppo spesso ahimè passate sotto silenzio. Certo, le donne  storicamente hanno avuto molte meno occasioni per potersi occupare di scienza, e anche quando potevano farlo, per loro era molto più difficile affermarsi. In parte è ancora così anche adesso: il numero delle scienziate è aumentato molto, ma siamo ancora lontane da una vera parità, soprattutto nelle posizioni apicali. E non per mancanza di merito, ma per una serie di fattori sociali e culturali. Un’ottima ragione per dedicarsi alla scienza come donna, e cercare di cambiare questa situazione.

 

Che cos’è che in te ha fatto scattare l’amore per la scienza?

Credo di averlo sempre avuto. Fin da bambina, la mia insaziabile curiosità verso il mondo là fuori veniva accontentata in due modi: leggendo libri (romanzi di ogni genere) e studiando le materie scientifiche. Due anime che hanno convissuto in me fino ad oggi. Ho scelto un percorso di studi e di carriera scientifico (liceo scientifico, laurea in biologia, dottorato in oncologia, master in comunicazione della scienza) ma parallelamente ho sempre coltivato l’amore per la narrazione. Quindi, forse, era inevitabile che alla fine le mie due anime si ricongiungessero nella mia attuale professione: divulgatrice scientifica e scrittrice per ragazzi e ragazze.

 

Secondo te, si parla abbastanza di scienza? Oppure c’è qualche gap che andrebbe colmato? Se sì, come?

Spesso si dice che di scienza non si parla abbastanza, ma non sono d’accordo. Soprattutto negli ultimi anni, grazie anche ai social network, sono fioriti ottimi canali di divulgazione scientifica che hanno affiancato storiche trasmissioni televisive. Certo, non è facile orientarsi nell’eccesso di informazione, e riconoscere la buona informazione scientifica dalla marea di “spazzatura”. Ma per me ciò che andrebbe davvero riformato è l’insegnamento della scienza a scuola, a partire dalla primaria. Partendo dall’esperimento, all’osservazione, dal procedimento. Fare ipotesi, osservare, sperimentare con le proprie mani. Sbagliare. Invece, le scienze vengono propinate come una serie di formule e concetti calati dall’alto, come una verità rivelata, senza mostrare la strada attraverso cui si è arrivati a quel pezzetto di conoscenza. Non si mostra il metodo scientifico. Ci credo che così molti ritengono la scienza una cosa noiosa, e staccata dalla realtà quotidiana.

 

Oltre ad essere una scienziata, sei anche mamma di tre figli: due maschietti e una femminuccia. 5, 3.5anni e 7 mesi: un bello sprint. Quindi carriera e maternità possono convivere? Raccontaci tu come hai fatto.

E’ un po’ il segreto di Pulcinella: si deve fare squadra, avere degli aiuti. Prima di tutto, dividersi i compiti casalinghi col proprio compagno: dal fare la spesa, a chi cucina/sparecchia/pulisce, chi tiene i conti di casa. E ovviamente dividersi nella gestione quotidiana dei bambini. Sono pochissime le cose che può fare solo la madre (direi una sola: allattare al seno), non dobbiamo essere sempre noi a pensare di dover fare tutto. Ovviamente è importante avere una rete di aiuto: i miei figli sono andati al nido dai 12 mesi, e poi a scuola materna a volte fino alle 17, e al pomeriggio ho una super tata che aiuta in casa. Infine, anche i nonni danno una mano, magari andando a prenderli a scuola. Ma soprattutto: non pretendere di dover essere perfette in tutto. Io ad esempio ho imparato a convivere serenamente con una casa non più ordinata e brillante come una volta.

 

 

 

 

A proposito di figli, maternità e scienza, tu hai pubblicato una foto subito dopo esserti vaccinata contro il Covid-19 all’ottavo mese di gravidanza e poi ha fatto la seconda dose poco prima del parto. Hai vaccinato anche il tuo bambino di 5 anni. Da scienziata, vuoi parlarcene? 

Da madre, ho accolto con grande sollievo l’approvazione del vaccino a mRNA contro il covid-19 anche per i bambini dai 5 anni in su. Ho subito vaccinato il mio figlio maggiore, 5 anni compiuti a novembre.  Da biologa molecolare, sono ben conscia del fatto che prevenire sia meglio che curare, e quindi non ho avuto dubbi a vaccinarlo.  Anche perché conosco la biologia che sta dietro alla tecnologia a mRNA, e conosco anche la quantità di trial clinici e analisi dei profili di sicurezza a cui è stato sottoposto il vaccino, pur in tempi brevi (ma conta il numero di persone su cui è testato, non i mesi impiegati). Pur non avendo la palla di cristallo, non esiste nessuna ragione logica per cui questo vaccino possa causare danni a lungo termine, mentre non abbiamo idea di quali possano essere i risvolti a lungo termine di una infezione da virus SARS-Cov-2. E’ sempre una questione di rischio beneficio, e comprendo chi ha paure o non si fida: io però, penso che un approccio scientifico sia lo strumento che ci consenta di sbagliare di meno, anche quando si parla di salute. E adesso attendo con ansia che terminino i trial clinici per approvare una formulazione vaccinale anche nella fascia 6 mesi-4 anni, così da poter proteggere anche il mio secondo e la mia terza.

 

Dopo tanti anni nei laboratori di ricerca, ti sei concentrata su un particolare ramo della tua professione, diventando una divulgatrice scientifica, soprattutto nell’ambito dei più piccoli, bambini e ragazzi. In poche parole, se dovessi spiegare che cos’è la scienza e perché è importante conoscerla, cosa diresti?

Faccio mie le parole di Carl Sagan, astrofisico e divulgatore scientifico americano del Novecento. La scienza è ben di più di un insieme di conoscenze. La scienza è un modo di pensare.  Le conoscenze che derivano dall’impresa scientifica ci permettono di migliorare (se ben usate!) la nostra vita e quella del pianeta. Ma il metodo scientifico è una forma mentis, difficile e faticosa, ma che abitua a non dare mai niente per scontato, a cercare le prove, a rivedere le nostre idee e i nostri pregiudizi se i fatti dimostrano che avevamo torto. E alimentano la curiosità. Ecco perché è importante far vivere la scienza ai nostri figli fin da piccoli. Non per trasformare tutti in piccoli scienziati, ma per dare loro degli strumenti di crescita e farne persone più complete.

 

 

 

 

Hai scritto anche tantissimi libri per ragazzi e ragazze, qualcuno a tema scientifico, come “Foto51: il segreto del DNA”(Notes edizioni).  Ce ne vuoi parlare?

E’ il mio primo romanzo di narrativa (quindi non di divulgazione “classica”) a tema scientifico. La trama e i personaggi di fantasia sono finemente intrecciati con fatti e scienziati realmente esistiti. La storia si svolge tra il King’s College di Londra e l’Università di Cambridge, dall’inizio degli anni Cinquanta del Novecento ai giorni nostri. Annie, quattordicenne apprendista sarta, in un pomeriggio di pioggia trova per terra una busta contenente alcune strane fotografie. Con l’aiuto di Mark e di altri amici scopre, attraverso una serie di vicissitudini, avventure e colpi di scena, che tra quelle immagini c’è la Foto n. 51, la prima fotografia del DNA, scattata dalla scienziata Rosalind Franklin. In un clima noir ricco di emozioni, la vicenda si articola sullo sfondo di lotte accademiche, combattute senza esclusione di colpi, per assicurarsi la paternità di una scoperta che ha rivoluzionato la biologia e che ha portato a James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins il Premio Nobel per la Medicina nel 1962. Adatto dagli 11 anni.

 

 

Sempre a proposito di libri: c’è qualche nuova uscita in programma?

Il 2022 sarà ricco di mie novità editoriali per ragazzi e ragazze, di scienza ma non solo. Purtroppo sono ancora top secret ma posso dare qualche indizio: un libro che parla di piante e robot, una biografia su una grande scienziata fondamentale nella scoperta del DNA, e una trilogia di racconti con protagoniste bambine speciali.  E altro bolle in pentola per il 2023!

 

Se volete conoscere ancora meglio Chiara, potete seguirla su: FB @Chiara Segre e IG @pagineprovette

 

 

Melissa Ceccon

Responsabile editoriale – Mumadvisor

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