Una gita autunnale in Brianza ideale per tutta la famiglia!
Ah, l’autunno. Il periodo dell’anno che preferisco: tutto si colora di quei toni caldi che vanno dal rosso al marroncino, passando per l’arancione; il mondo diventa un po’ malinconico e un po’ romantico, le foglie cadono e le tazze di thè fumante diventano la nostra coccola serale. La mia stagione del cuore. Ma autunno significa soprattutto una cosa: castagne! E allora, via ad organizzare una splendida domenica tra i boschi a caccia di ricci e funghi. Questa volta ho avuto la fortuna di non allontanarmi troppo da casa perché la Brianza, dove abito, è un posto meraviglioso che nasconde luoghi bellissimi tutti da scoprire. Abbiamo deciso così di trascorrere una tranquilla domenica in famiglia a Montevecchia, passeggiando tra i sentieri della Valle del Curone, carichi di sacchetti, bastoni e scarponcini. Una scelta perfetta per chi, come me, ha voglia di staccare dalla routine quotidiana immergendosi nel relax della natura senza però essere costretta a fare ore e ore di macchina ( e coda) per arrivare in qualche sperduto paesino di montagna.
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Montevecchia e la Valle del Curone offrono davvero l’imbarazzo della scelta sia per chi, come noi, va a caccia di castagne durante la stagione autunnale ma anche per chi, in estate, vuole godere di un po’ d’aria fresca camminando all’ombra degli alberi. Di sentieri da percorrere, infatti, ce ne sono ben 11 e attraversano da nord a sud e da ovest a est tutto il territorio toccando ben 12 comuni (Cernusco Lombardone, Lomagna, Missaglia, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Perego, Rovagnate, Sirtori, Viganò, Merate e Lecco).
Noi, per puro caso in realtà, ci siamo trovati al sentiero numero 8 (QUI, trovate tutta la lista con le informazioni dettagliate), il percorso che parte da Lomaniga (frazione di Missaglia) e arriva in località Beolco (Ogliate Molgora). Un sentiero facile da fare, non troppo lungo che termina ad un accogliente punto di sosta e ristoro che si chiama Ca’ Del Soldato: la leggenda narra di un soldato napoleonico diretto in Russia che, rapito dal paesaggio e dalla quiete del luogo, decise di fermarsi dando il nome alla cascina. E come dargli torto … la vista che si gode da questo punto è davvero meravigliosa! All’interno della Ca’ Del Soldato, tra l’altro, c’è anche un piccolo museo (aperto il sabato e la domenica), all’interno del quale si può osservare la fauna presente nel Parco ed i diversi ambienti che lo caratterizzano: e per i bambini un pochino grandicelli, e amanti della natura, è sicuramente utile e divertente per imparare qualcosa di più.
E’ stato davvero un peccato che la nostra gita sia stata “improvvisata” e poco organizzata, perché altrimenti sarebbe stata l’occasione giusta per un bel pranzo al sacco, sdraiati sul prato, baciati dal tiepido sole autunnale. Quindi, ve lo consiglio: portatevi panini, torte fatte in casa, salumi e un buon vino … non ve ne pentirete ( per chi comunque non vuole rinunciare alla comodità, ci sono anche tavoli e panche sotto una gazebo). E, cosa per noi donne importantissima, ci sono anche i bagni ben attrezzati (senza fasciatoio, però) ma il prato, in questi casi, è il posto migliore per cambiare i bebé!
Questo, in un certo senso, è il primo vero autunno di mio figlio (lo scorso anno, avendo poco più di 3 mesi, non se ne è nemmeno accorto) e devo dire che questa gita in mezzo ai boschi della Valle del Curone l’hanno reso super felice (e una mamma, non può chiedere di meglio giusto?): si è divertito da pazzi a camminare in mezzo ai boschi, tra foglie, tronchi e rocce … i suoi primi passi erano ancora più incerti sul terreno accidentato, ma ce l’ha fatta alla grande (un po’ meno il nostro carlino che no, non è proprio un cane da lunghe passeggiate!). Evitate però il passeggino, sarebbe solo una gran faticaccia ( ho visto padri sudati caricati come muli che … poverini ): noi abbiamo optato per lo zainetto porta bebè che abbiamo usato solo verso la fine quando il nostro ometto era troppo stanco (e affamato!) per proseguire sulle sue gambette.
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Dopo una mattinata passata a “saccheggiare” il bosco di tutti i suoi frutti autunnali, ci siamo concessi una breve sosta in una trattoria del posto per mangiare un boccone e poi subito a camminare di nuovo, alla scoperta, questa volta, del piccolo borgo di Montevecchia e del suo Santuario, simbolo della Brianza lecchese e che ci ha lasciati davvero senza parole: una meraviglia per gli occhi! Il borgo in realtà è una piccola piazzetta abbarbicata sul cucuzzolo di una collina, piccola ma ben curata e accogliente: ingolositi da tutte le castagne raccolte, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci nel giardino di una famiglia del posto che, per l’occasione, aveva aperto i propri cancelli per offrire ai tanti visitatori domenicali un sacchetto di castagne cotte al momento e un buon bicchiere di vino prodotto proprio da loro: avevano pensato proprio a tutto, anche ai più piccoli, mettendo a disposizione uno scatolone pieno di giochi e così, per una buona mezz’oretta, io e mio marito siamo riusciti a rilassarci un po’ guardando il nostro piccoletto fare amicizia con gli altri bimbi!
Dopo questa luuuunga pausa (mezz’ora per un genitore equivale ad un mese!) abbiamo recuperato le forze necessarie per visitare il Santuario Della Beata Vergine Del Carmelo: 180 scalini con bambino e cane in braccio, fiatone e una bella sudata! Una faticaccia che però ci ha regalato un panorama stupendo e un tramonto super romantico!!!
E per descrivervi questo spettacolo, faccio mie le parole di un noto giornalista, Mario Soldati: “una delle più belle posizioni della Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge fuori dalle nebbie e si affaccia dritto a Sud“.
Melissa Ceccon di Mamma che Ansia ( IG @mamma_che_ansia)