La famiglia Barberis è pronta a salpare, mancano pochissimi giorni alla partenza. La loro scelta di vita sta già facendo sognare milioni di persone: hanno mollato tutto e staranno su una barca a vela per un anno… o forse più!
Tra uno scatolone e l’altro in fase di trasloco pre-partenza, è saltato fuori un vecchio libro che al suo interno conteneva una dedica: “se ti porto a fare il giro del mondo, verrai con me? Si verrò con te”, e in calce le loro firme, quelle di Stefano Barberis e Sara Rossini, marito e moglie di Costa Masnaga, nel lecchese. Era il 2002 e quella dedica è il segno che il loro destino era già segnato, faceva già parte del loro DNA di coppia e, infatti, Stefano e Sara tra qualche giorno saliranno a bordo della loro barca a vela di 17 metri per conquistarsi il loro sogno di vedere il mondo, onda dopo onda, per un anno.
“E poi si vedrà – ci anticipa Sara, con cui abbiamo scambiato qualche chiacchera al telefono – i programmi, in barca, sono fatti per essere disfati!”.
Insieme a loro, ad affrontare questa avventura, ci saranno anche i loro tre figli: Iago di 11 anni, Nina di 8 e il piccolino di casa, Timo, di 3 anni, il più impaziente di tutti! E Pepper, un labrador di 5 anni.
Una famiglia normale che ha deciso di mollare tutto per vivere su una barca. La loro scelta di vita ci ha incuriosite e allo stesso tempo ci ha proiettate in un sogno, così abbiamo deciso di scoprire di più su questa avventura che stanno per affrontare.
La prima domanda è d’obbligo: Sara, ma cosa vi ha spinto a fare un cambiamento così radicale, a lasciare tutto e ad avventurarvi in mare aperto?
Spesso quando si sentono storie come la nostra, di persone che hanno mollato tutto per partire, dietro c’è sempre qualcosa che non va: un amore finito male, un lavoro poco appagante, una perdita, la voglia di ritrovare sé stessi. Per noi non è così. Noi eravamo e siamo molto felici, abbiamo entrambi un lavoro appagante e una bella cerchia di amici. La nostra decisione di vendere la nostra casa di Milano, e lasciare i nostri lavori, è stata dettata dalla voglia di testare una vita differente, una vita che segue più i ritmi della natura e non quelli della città. Sì certo, una scelta radicale ma dietro ci sono anni e anni di studi e preparativi: la barca a vela per noi e i nostri figli è sempre stata una seconda casa. Tutte le estati, facendo grandi sacrifici durante l’anno, partivamo per due o tre mesi. Prima solo io e mio marito e poi, negli anni, uno alla volta, si sono aggiunti i nostri bimbi.
E a tal proposito, ma i vostri figli come hanno reagito alla notizia?
Hanno fatto i salti di gioia, soprattutto Timo, il piccolino, è super impaziente e ogni giorno ci chiede quanto manca alla partenza. Ripeto, i nostri bambini sono abituati a vivere sulla barca, lo fanno ogni estate, e l’idea di starci per un anno intero, e forse di più, li elettrizza. Io e mio marito abbiamo deciso di vivere questa avventura adesso, a 40 anni, e non magari in età da pensione, proprio per avere tutta l’energia necessaria per goderci il momento, il nostro sogno e i nostri figli e, siamo certi che per loro, tutto questo sarà una grande scuola di vita.
Ecco, hai parlato di scuola. Come vi siete organizzati con l’istruzione di Iago e Nina, di 11 e 8 anni?
Abbiamo deciso di avvalerci dell’istruzione parentale. Saremo io e mio marito a seguire i nostri figli nel loro percorso scolastico per tutta la durata del nostro viaggio, dopodiché sia Iago che Nina dovranno sostenere degli esami per poter accedere all’anno successivo. Niente didattica a distanza, che come tutti i genitori abbiamo testato durante il periodo di lockdown: è insostenibile! L’home schooling, invece, è una realtà che abbiamo scoperto nel momento in cui abbiamo preso la decisione di partire e c’è sembrata una valida soluzione, che rispetterà i nostri tempi e soprattutto quelli dei bimbi. Abbiamo già preparato tutto il materiale scolastico da portare con noi e, soprattutto la cancelleria! Molti nostri amici che vivono in diverse parti del mondo ci hanno detto che molti materiali (ad esempio le tempere) si faticano a trovare in alcuni posti, quindi onde evitare di non trovare quello che ci serve, abbiamo già recuperato tutto.
Ci sono persone che faticano a preparare la valigia per due settimane di vacanze, tu come sei riuscita a organizzare tutte le cose da portare, su una barca, per un anno intero?
Non è facile. E’ come fare un trasloco, ma molto minimal: bisogna portare davvero lo stretto necessario. Ogni membro della famiglia avrà un solo contenitore. Abbiamo dato ampio spazio ai medicinali e al materiale scolastico, per il resto, poco di tutto. Vestiti, il necessario per i vari cambi di stagione, qualche libro, pochi giochi tanto i nostri figli avranno il mare con cui divertirsi. Qualche brand ci sta supportando inviandoci dei prodotti, nulla più. La nostra barca è lunga 17 metri, cioè poco più grande di un monolocale, quindi dobbiamo davvero centellinare le cose da portare a bordo.
Vivere su una barca, poco più grande di un monolocale, con marito e tre figli (e un cane), non ti spaventa un pochino?
Ah si! (ride, ndr) Sarà tutt’altro che semplice ma devo dire che io sono abituata, non avendo mai avuto aiuti in casa, a passare tutto il mio tempo con i miei figli. Ovviamente ci saranno anche qui momenti critici: brutte giornate, litigate tra fratelli. Esattamente come succedeva a casa, e come succede in tutte le famiglie. Lo spazio ristretto non sarà d’aiuto quando ci saranno ‘momenti no’ ma, alla peggio, ci si fa un bel tuffo in mare e ci si scrolla di dosso tutto. Come si dice, l’acqua salata è la cura per molti mali no? Stiamo per vivere il sogno di tutta una vita, insieme ai nostri bimbi, questo è il motore che ci guiderà nei prossimi 12 mesi.
Insomma, è vero che la vostra avventura farà sognare ad occhi aperti milioni di persone ma … non è tutto oro quel che luccica e sicuramente la vostra è una scelta, bella, ma non facile.
No, infatti. Non lo è per niente e mi fa piacere che hai sollevato la questione. Da quando la nostra storia è finita in varie notizie sul web sono state tante le persone che hanno criticato la nostra scelta o l’hanno minimizzata buttato tutto sulla questione economica. Niente di più errato. Per poter fare questo viaggio abbiamo dovuto vendere la nostra casa e con quei soldi riusciremo ad andare avanti per circa un annetto e poi ci dobbiamo augurare di trovare nuove e avventurose opportunità. Le incognite e le paure sono tante, in primis il Covid che continua a metterci i bastoni tra le ruote: dovevamo partire a luglio, ma il lockdown ci ha impedito di trasferire la barca dalla Grecia alla Liguria per prepararla. Anche il nostro itinerario, di conseguenze è cambiato (per gli Alisei, ndr) e cambierà in base anche a come si modificherà il Coronavirus. E’ vero, non avremo più il pensiero della bolletta a fine mese, ma avremo altro a cui pensare, come per esempio il problema del mal tempo: se durante la navigazione, per esempio, troviamo tre giorni di fila di cielo nuvoloso, noi non riusciremo a ricaricare i pannelli solari, quindi avremo poca energia, nessuna connessione, faremo fatica a desalinizzare l’acqua… Abbiamo scelto di cambiare stile di vita radicalmente, valutando attentamente pro e contro: la voglia di realizzare il nostro sogno è fortissima, che va oltre tutto. Se non avessimo avuto la barca saremmo comunque partiti per questa avventura nel mondo in qualche modo, magari in camper!
Tornerete alla base dopo un anno?
Forse sì, forse no. Questa è un po’ la preoccupazione dei nonni in effetti. Vedremo come andrà, non ci poniamo obiettivi o date di scadenza. Ma ti dico la verità, il mio sogno nel sogno è quello di passare Panama e poi solcare il Pacifico … chissà! Per ora, destinazione Caraibi…
E allora cominciamo ad attivare il countdown, perché tra poco meno di 10 giorni Sara, il marito Stefano e i loro tre meravigliosi bambini, saliranno a bordo di Shibumi, la loro barca, la loro nuova casa, che li porterà in giro per il mondo. Prima tappa Corsica e poi … e poi vi consigliamo di seguire i loro profili social per viaggiare e sognare insieme a loro per i prossimi dodici mesi.
A noi, non resta che augurare loro buon viaggio!
ALT! Ferme lì, perché c’è una piccola nota, ma importante, che va detta su questo viaggio: la famiglia Barberis, durante i 12 mesi di navigazione, porterà avanti anche una missione speciale. Leggete qui
Mamma di due, moglie di uno, giornalista e autrice del blog Mamma Che Ansia