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Kid's Corner

Ho amato Super Mario, perciò voglio che i miei figli usino i videogiochi (a tempo).

27/04/2023

Da bambina avrei voluto vivere lì, con il mio mito con la salopette nel mondo dei funghi, Oggi dico sì alla Nintendo Switch per i miei figli, per farli fantasticare, rilassare e divertirsi con gli amici. Sempre regole alla mano. Come spiega anche una psicoterapeuta.

Il primo mondo incantato che ricordo non riguarda le principesse, le ballerine, i castelli nel bosco dove dentro c’è il principe che cerca moglie, la povera orfana che vuole salvezza. Il mio primo regno incantato è quello dei funghi di Super Mario Bros. Salta, corri, schiva ostacoli, salta ancora, passa da un mondo all’altro, tutti colorati, eccitanti, affascinanti. Da bambina avrei voluto vivere lì, con lui, con il mio mito, Super Mario. Erano gli anni ’80, Nintendo aveva messo in commercio il gioco dell’idraulico col cappello e la salopette, e anche io chiesi a mia madre la salopette. Super Mario sbancò, facendo impazzire una generazione, e vendette oltre 40 milioni di copie. Per finire il gioco bisognava superare otto mondi, ognuno suddiviso in quattro livelli per un totale di 32 livelli. Non ce l’ho mai fatta, ma è stato uno spasso lo stesso, mi incaponivo tra un compito e le attività sportive, ma niente. L’importante, l’ho capito dopo, in realtà non era tanto finire il gioco, ma stare in quel mondo, con Mario. Estraniarmi da tutto, e vivere dove avrei desiderato stare per un bel po’.

È forse questo il motivo per cui, a tempo debito (non prima dei 7 anni), non mi sono mai opposta all’uso dei videogiochi per i miei figli Lorenzo e Giovanni, di 11 e 9 anni. In quei mondi magici, così lontani dalla realtà, si sta bene, si sogna, si immagina, ci si diverte, se non si esagera.

 

 

«Caro Babbo Natale, ho solo un desiderio: Nintendo Switch. Non portarmi altro, perché non mi serve. Grazie mille ti voglio bene», ha scritto Lorenzo a Natale 2021. Di fronte a tanta caparbietà Babbo Natale non si è tirato indietro. Il dono è giunto sotto l’albero e ricordo di non aver mai visto Lorenzo, ma anche Gio, così entusiasta. E il primo gioco che hanno voluto? Proprio Super Mario. Pane per i miei denti, un tuffo nell’infanzia. La felicità condivisa vale doppio.

Nel tempo le “game card”, le schede di gioco, sono aumentate: Pokémon, Fifa, Minecraft e ora Splatoon!. Le regole invece sono rimaste le stesse: si entra nei mondi magici per 30 minuti al giorno prima di cena. Da qualche giorno è partita la trattativa, loro vorrebbero passare a un’ora a partire dal nuovo anno scolastico, abbiamo chiuso a 45 minuti. Tutti soddisfatti. Credo sia un buon tempo, dopo le otto ore di scuola, le attività sportive, la doccia, perché si rilassino scrollandosi di dosso anche le tensioni della scuola, l’ansia dei giudizi e delle verifiche, la stanchezza del calcio e del basket. A me Super Mario donava relax, credo valga anche per i miei figli.

Ma arriviamo a Natale 2022: «Caro Babbo Natale, avremmo bisogno della Nintendo Switch Online, ci serve proprio. Non vogliamo altro. Hai visto come siamo bravi?», firmato Lorenzo e Giovanni.

Panico. Serviva un aggiornamento del “software genitori” perché Babbo Natale potesse esaudire la richiesta. Ci siamo informati e abbiamo scoperto che Nintendo Switch Online è un servizio in abbonamento che ​​come suggerito dal nome, offre come vantaggio principale la possibilità di accedere al multiplayer online, permettendo, con i titoli compatibili, di giocare online con amici lontani. Offre inoltre una selezione di classici per NES, SNES e Game Boy: in pratica si accede a una serie di giochi che hanno fatto la storia di Nintendo. Il catalogo comprende titoli della serie Super Mario, Zelda, Metroid. Ma, aspetto non da poco che i miei figli tentavano di spiegarci come “importantissimo/fondamentale” è che Nintendo Switch Online offre il Backup dei dati di salvataggio: è possibile archiviare i salvataggi di gioco su cloud (per non perdere tutti i progressi ottenuti nei vari videogiochi). Infine, con l’iscrizione, è possibile accedere a offerte Nintendo esclusive e riservate ai membri (come l’acquisto di accessori specifici).

 

Come prima volta, abbiamo optato per per l’iscrizione “singola” con un abbonamento mensile a 3,99 euro , ma esiste anche la formula annuale, a 19,99 euro (con una spesa che equivale a circa 1,70 euro al mese, per un anno di servizio. La formula più conveniente per chi vuole accedere a NSO per un periodo più lungo). Per ora ci sembrava la scelta più azzeccata, ma esiste anche la possibilità del gruppo famiglia, a 34,99€, che consente a fino 8 utenti di dividere il costo dell’abbonamento (che scende così a meno di 1€ al mese!). In questo modo, il costo indicato diminuisce a seconda del numero di account che usufruiscono del servizio. In sostanza, è possibile organizzarsi per condividere la spesa. Prima di abbonarci al servizio, abbiamo fatto una prova gratuita di 7 giorni per capirne il funzionamento.

 

 

Il fatto che iniziassero a giocare con “utenti esterni” mi ha preoccupato, anche se vedevo che in realtà lo facevano solo con compagni di scuola e di calcio. Ma ho preferito mettere alcune “barriere”: tutte le console Nintendo includono delle funzionalità specifiche che i genitori dovrebbero conoscere, proprio perché utili a garantire la sicurezza dei figli durante il gioco. I genitori possono, per esempio, monitorare l’utilizzo accedendo al registro delle attività che mostra le attività di gioco. Esiste anche il filtro famiglia, che permette ai genitori di controllare l’uso della console da parte dei figli. (l’app Filtro Famiglia è scaricabile su dispositivi Android e iOS, per monitorare il tempo di gioco e per altre funzioni utili).

Nintendo dà un’ulteriore garanzia: alcune funzioni di comunicazione sono disponibili solo agli utenti che si sono registrati sulle rispettive liste amici

E se comprano giochi o cose senza che ce ne accorgiamo? Anche per questo abbiamo studiato (un duro lavoro fare il genitore ai tempi dei videogiochi): è possibile limitare le possibilità di acquisto per la console Nintendo Switch o per il sito ufficiale Nintendo per il genitore, in questa maniera il bambino non può fare acquisti in autonomia. Inoltre è possibile ricaricare l’account collegato al Nintendo eShop tramite un credito finito e ricaricabile, evitando di collegare carta di credito e/o account PayPal.

Pericoli scampati, tempo stabilito, bambini felici di entrare nei mondi fantastici dei videogiochi senza pericolo, sempre con la nostra supervisione. E partecipazione, visto che ci gioco anche io!

 

L’INTERVISTA CON LA PSICOTERAPEUTA

 

 

Non demonizzare i videogiochi mi è sempre sembrata la scelta più lucida, e in questa intervista me lo conferma Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’osservatorio adolescienza.it.

L’uso dei videogame è solo qualcosa di negativo per i nostri figli?

No, al contrario. L’utilizzo consapevole dei videogiochi può attivare tutta una serie di capacità cognitive come il problem solving o risoluzione dei problemi, l’attenzione prolungata e la reattività. Molti videogiochi, inoltre, consentono una modalità in multi-player che permette ai ragazzi di giocare contemporaneamente con i loro amici e compagni, magari nella stessa squadra, anche quando non sono fisicamente vicini. Questi aspetti possono favorire la cooperazione e il rispetto degli spazi, delle regole e dei tempi dell’altro, gestire le frustrazioni e ad affrontare le sconfitte. 

Quando ci dobbiamo preoccupare? Qual è il limite tra normalità e patologia?

La dipendenza da videogiochi non è, come erroneamente si crede, solo un problema legato alla quantità di ore trascorse davanti agli schermi, ma da una serie di cambiamenti che sconvolgono la quotidianità, l’umore e il comportamento dei figli. I ragazzi possono diventare irrequieti e irritabili, modificare le proprie abitudini, per esempio nel magiare, saltano i pasti, chiedono di mangiare davanti allo schermo, ma anche legate al sonno, non dormono o lo fanno troppo poco, sono sempre stanchi, giocano di nascosto e hanno reazioni di rabbia anche contro il genitore quando tenta di staccarlo dalla console. Possono arrivare a trascurare la scuola, lo sport e le relazioni sociali, presentare sintomi fisici come mal di testa, mal di schiena, disturbi della vista e preferiscono i videogiochi al tempo da trascorrere con gli amici. In questi casi i genitori devono iniziare a preoccuparsi.

Quali sono i potenziali rischi?

È fondamentale che l’utilizzo del videogioco sia sempre regolamentato e controllato dagli adulti, che spesso, non ne conoscono i contenuti ed essi stessi non sanno come funzionano e come si strutturano. I giochi online, infatti, prevedono anche la possibilità di chattare con altri utenti, e il rischio è quello dell’adescamento da parte di adulti malintenzionati che, fingendosi loro coetanei, attirano l’attenzione dei bambini e degli adolescenti nelle chat, per poi passare alla richiesta di foto o informazioni private. In genere, gli adescatori si nascondono dietro falsi profili di coetanei e avvicinano lentamente la vittima ottenendo la sua fiducia per poi indurla a fare ciò che le chiedono. Altri rischi sono legati alla sostituzione della realtà virtuale con quella reale. Questo aspetto è anche in parte dovuto all’evoluzione dei videogames, diventati sempre più complessi e realistici, interattivi, che danno la sensazione di essere letteralmente “all’interno del gioco”.

 

 

Che cosa possiamo fare noi genitori, se ci accorgiamo che i figli esagerano nell’uso dei videogame?

È importante concordare insieme il tempo. Si devono fare dei patti di fiducia, i figli devono sapere che il tempo per i videogiochi c’è, ma ha un limite. Consiglio una sorta di “contratto” da stipulare con loro, insieme al divieto di un uso notturno, visto quanto interferisce con la qualità e la quantità del sonno, andando a ledere le capacità di attenzione e concentrazione, intacca l’umore, il ritmo sonno-veglia e grava sul sistema immunitario. Insomma, anche in questo caso le regole sono importantissime, prima fra tutte quella di stabilire insieme un tempo massimo da trascorrere a giocare.

Consiglio inoltre di utilizzare un orologio in modo che si rendano conto del tempo che hanno passato davanti allo schermo e mantengano un legame con la realtà. Non è consigliato lasciare la console nella stanza dove dormono, ma in luogo comune per evitarne soprattutto un uso notturno. In vacanza o nel weekend, invece, potrebbero anche giocare un po’ di più, ma devono essere tutte condizioni concordate volta per volta. Il dialogo e la capacità di scendere a compromessi quando necessario, rappresentano il metodo più efficace per far sì che le regole possano essere accettate.

 

Articolo scritto in collaborazione con Nintendo, Di Benedetta Sangirardi

 

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