#NoSleepovers è l’hashtag virale per boicottare una pratica sempre più diffusa. Che fa impazzire di gioia bambini e ragazzi, li rende autonomi e li aiuta a crescere. «Rispettando le regole della famiglia che ospita (con qualche suggerimento)», come ci spiega una psicoterapeuta.
Ogni volta che in casa organizziamo un pigiama party i miei figli sono talmente eccitanti che nemmeno di fronte al più desiderato dei regali. «Mamma possiamo andare a letto a mezzanotte?», «Possiamo chiacchierare sotto le coperte?». «Va bene se ceniamo sul letto con i nostri amici» (a questa domanda la risposta è “no!”). Le richieste fioccano e aumentano a ogni nuovo invito.
Una pratica diffusissima tra i bambini e gli adolescenti, da noi è iniziata in terza elementare, quando abbiamo invitato un amichetto di Lorenzo a dormire. Da allora i pigiama party sono una consuetudine, una volta al mese invitiamo o i miei figli sono invitati a casa di amici. Nessuna forzatura, hanno iniziato a dormire a casa di compagni, di cui conoscono i genitori, quando se la sono sentita. A casa nostra, si rispettano tempi e consuetudini di casa nostra, con le eccezioni del caso, a casa degli altri quelle degli altri, senza interferire e casomai spiegando alla famiglia che ospita che cosa i miei figli proprio non mangiano.
Eppure pare che oggi il pigiama party stia diventando un tabù per molti genitori, soprattutto americani, preoccupati dal pericolo di lasciare i propri figli a casa dei loro amichetti per tutta la notte.
Sui social la discussione è virale, gli adulti considerano i pigiama party pericolosi. Su TikTok si moltiplicano i video di madri che spiegano le buone ragioni per impedire ai propri bambini di passare l’intera notte a causa dei loro amichetti. Ci si preoccupa delle abitudini della famiglia ospitante che i figli passino troppo tempo davanti alla tv senza sapere cosa guardino, se vengano lasciati in camerata con dispositivi e tablet senza limiti, o se i pasti non sono consoni alle abitudini familiari (troppi zuccheri, troppa carne, alcol per gli adolescenti). Una preoccupazione collettiva di fronte a un’esperienza che invece dovrebbe essere positiva, che arricchisce, aiuta i figli a diventare autonomi, a crescere.
Milioni di genitori in questi giorni postano sotto l’hashtag virale #NoSleepovers, mentre altri cercando esperti su TikTok, tra influencer genitoriali e psicologi, che dicano la propria opinione sui pigiama party. Noi l’abbiamo chiesta a Marina Zanotta, psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Pigiama party, sì o no?
I pigiama party in Italia sono una pratica mediamente diffusa, soprattutto nella fascia di età delle scuole primarie e secondarie di primo grado; se è vero che possono essere delle ottime occasioni per sperimentare socialità e autonomie, è altrettanto vero che devono esserci degli accorgimenti di buon senso per evitare che si trasformino in situazioni di stress.
A che età è consigliato lasciar dormire fuori i nostri figli?
Non esiste una risposta unica. Molto dipende da fattori personali legati allo sviluppo emotivo e relazionale dei bambini in questione, ad esempio, il come affrontino il sonno notturno o dal fatto che abbiano già provato a dormire “fuori casa” in precedenza. Idealmente la fascia di età migliore per iniziare è quella della scuola primaria, ma è sempre meglio chiedere al proprio figlio/a se si sentano pronti per affrontare questa piccola avventura.
E quali devono essere le condizioni per assicurarsi che tutto fili liscio?
Chiaramente la presenza di almeno un adulto in casa, che vigili e supervisioni sui minori che vengono loro affidati e sul sereno svolgimento della festa. L’ideale, soprattutto per i più piccoli, sarebbe quello di prevedere delle attività da svolgere insieme (giochi, film, ecc.) e scandire le tempistiche legate ai ritmi sonno-veglia e al consumo di cibo, in modo da evitare incubi o spiacevoli mal di pancia legati al consumo eccessivo di dolciumi o patatine.
I bellissimi Pigiama Party di Oli&Co Dreamy Teepee
Che cosa spaventa i genitori?
Nella realtà italiana non ci sono le stesse preoccupazioni che si stanno sviluppando oltreoceano nella campagna #nosleepovers, ma è un fattore esclusivamente culturale e legato alle abitudini di vita differenti tra cui, ad esempio, il fatto che in Italia ci sia una normativa di legge che prevede la non possibilità di lasciare incustoditi dei minori fino al compimento dei 14 anni. Questo rende obbligatoria la presenza di un adulto responsabile che supervisioni ciò che accade durante la festa eliminando così i fattori di rischio registrati oltre oceano. La maggior parte dei timori dei genitori italiani riguardano il fatto che i loro figli possano non essere in grado di affrontare il distacco notturno o il timore che possano comportarsi in modo poco educato a casa di altri.
Quali i possibili rischi?
I rischi più probabili, in una realtà culturale come quella italiana, riguardano prevalentemente la difficoltà per i bambini, soprattutto i più piccoli, di affrontare la prima vera avventura senza mamma e papà. Più nello specifico, i più piccini potrebbero percepire come faticosa e poco tollerabile la distanza dai genitori nel periodo notturno, scatenando magari episodi di pianto e angoscia che possono portare la famiglia ospitante alla necessità di chiamare il genitore e farlo venire in piena notte a recuperare il figlio. Là dove, invece, si parla di ragazzi più grandi, la fatica del distacco è difficile che si presenti, ma potrebbero verificarsi atteggiamenti sopra le righe legati alla sensazione di “libertà” percepita in una situazione così eccezionale; per questo motivo è sempre necessaria la presenza in casa di un adulto di riferimento che possa intervenire per far rispettare le regole.
“Imporre” le nostre regole o rispettare quelle della famiglia che ospita?
Le regole, pare scontato anche se non lo è, sono quelle della famiglia che ospita e che, auspicabilmente, ha organizzato la festa e le attività ad essa collegate. Certo è che, in caso di esigenze specifiche, sarebbe utile che gli adulti si parlassero prima, specialmente in caso di necessità alimentari (es. intolleranze o allergie) o esigenze legate alla somministrazione di farmaci specifici.
Quali invece i benefici che i figli possono trarre da una notte a casa di amici?
Sicuramente un’avventura come quella del pigiama party permette di consolidare differenti aspetti di sé e del proprio saper affrontare il mondo al di fuori delle mura domestiche! Restare così a lungo in un gruppo di coetanei rafforza le competenze sociali e relazionali, lavora sul consolidamento dell’autostima individuale perché ci si scopre già “abbastanza grandi per…” e permette di affrontare alcune sfide legate all’autonomia con il supporto del gruppo dei pari.
LEGGI ANCHE: “Ciao, vado a scuola da solo”. Autonomia, la migliore alleata della crescita: perché ci spaventa?
Consigli per i genitori che ospitano?
Concedere tutto il divertimento possibile, dopotutto si tratta sempre di un’occasione di festa, tenendo però presente che si ha a che fare con bambini o con ragazzini, motivo per cui devono esserci dei limiti condivisi e rispettati da tutti. Non fosse così, non ci si dovrebbe far problemi nel riprendere o correggere un atteggiamento scorretto da parte di uno o più dei partecipanti, anche nel caso in cui ci fosse bisogno di chiamare il genitore di riferimento e chiedergli di venire a recuperare il proprio figlio.
E per quelli che lasciano i figli per la prima volta dormire a casa di amici?
Organizzarsi una bella serata in libertà, con amici o con il proprio partner… non dimenticandosi di silenziare le notifiche dei gruppi whatsapp!
Articolo di Benedetta Sangirardi