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Kid's Corner

La passione delle mamme per i giochi educativi da dare ai figli: ma sapete come vengono pensati e creati?

11/02/2023

Sicuramente la maggior parte di voi conosce il marchio Headu, produttore di giochi in scatola educativi. Noi abbiamo intervistato la scienziata Chiara Segre che è la mente pensante che ha dato vita ad alcuni di quei giochi e vi sveliamo qualche particolare.

Ora che il Natale è ufficialmente archiviato e che tutte noi ci stiamo ufficialmente preparando alle grandi pulizie di primavera, sicuramente – come me – anche voi state facendo un po’ di repulisti nella camera dei vostri bambini. Incredibile quanti giochi si riescono ad accumulare in poco tempo, vero?

Onde evitare di trovami sommersa sono sempre stata categorica su questo fronte, soprattutto con nonni, zii e parenti vari: pochi ma buoni. Ai bambini, si sa, serve poco per divertirsi e io – onestamente – preferisco sempre facciano appello alla loro immaginazione per giocare. Non posso proibire loro di ricevere regali però! Soprattutto a Natale e ai compleanni…

Quindi, dopo aver stressato a sufficienza la mia stretta cerchia familiare, chi mi conosce bene sa dove andare a parare: giochi in legno oppure educativi! I miei ordini (ops, desideri!) sono stati esauditi e sotto l’albero, durante le feste, abbiamo trovato dei giochi in scatola davvero super: un labirinto delle piante e la cucina solare!

Mio figlio ha iniziato quest’anno la prima elementare ed è un vero appassionato di scienza: ha fatto i salti di gioia quando li ha aperti. E io con lui. Il labirinto delle piante per me una bella sfida avendo io il pollice nero piuttosto che verde e la cucina solare davvero divertente da provare! Tra l’altro avevamo visto non troppo tempo addietro un episodio di “Curioso come George!” (cartone che ci piace un sacco) in cui la scimmietta cucinava una lasagna per la sua amica scienziata usando proprio i raggi solari.

 

 

Insomma l’avete capito: io per prima sono rimasta affascinata da questi due giochi di Headu, che non delude mai! Ma la mia testolina da giornalista, mentre si divertiva, si è riempita anche di un sacco di domande. Una su tutte: ma come nascono i giochi educativi?

Sorpresa delle sorprese: smanettando un po’ di qua e un po’ di là, ho scoperto che questi due giochi erano stati pensati e ideati da Chiara Segre, una super mamma e scienziata che io avevo già avuto modo di conoscere proprio grazie a Mumadvisor perché l’avevo intervistata per voi.

 

LEGGI ANCHE: Scienza fa rima con donna e mamma. L’intervista alla scienziata Chiara Segré: “il cervello non ha sesso”

 

E allora ho preso subito in mano il telefono e le ho scritto: “Ciao Chiara, ti posso fare qualche domanda?

L’INTERVISTA

Chiara è stata super disponibile e si è prestata ad un’altra intervista che – non perché l’ho scritta io eh! – vi consiglio di leggere fino alla fine. I nostri bimbi crescono e imparano soprattutto attraverso i giochi e sapere chi li pensa e come li pensa secondo me è super interessante perché permette anche a noi genitori di vedere lo stesso attraverso occhi nuovi.

Insomma è giunto il momento che io taccia e vi lasci alla lettura dell’intervista fatta alla scienziata Chiara Segre.

 

 

 

Dalla scienza ai giochi educativi per i bambini: raccontaci come sei diventata “creatrice” di giochi in scatola

E’ una storia che affonda le radici ormai a dieci anni fa: nel 2011, lavoravo ancora come ricercatrice in laboratorio, presentai con alcuni amici divulgatori scientifici un laboratorio didattico sull’evoluzione da noi progettato, realizzato e animato al Festival della Scienza di Genova. Già all’ora avevamo intuito che la modalità migliore e più naturale, per trasmettere concetti scientifici ma soprattutto la curiosità per la scienza è attraverso un approccio ludico. Il nostro laboratorio era costruito come un grande gioco dell’oca dell’evoluzione. Finito il Festival, ci venne l’idea di trasportare il laboratorio in un gioco in scatola ed entrammo in contatto con alcuni referenti del gruppo Lisciani, a cui appartiene anche Headu. All’epoca la collaborazione non andò in porto per altri motivi, ma un anno e mezzo fa mi ricontattarono per propormi di sviluppare insieme a loro una nuova linea di set scientifici, a cui però sempre associare un’attività più ludica collegata al tema scientifico, ad esempio un memory o un gioco di carte. Ho accettato subito con grande entusiasmo. E così sono diventata una creator di giochi scientifici in scatola.

 

Perché secondo te i giochi educativi hanno tanto successo, soprattutto tra i genitori?

Il gioco è la forma di apprendimento per eccellenza dell’essere umano, soprattutto nei primi anni di vita. I bambini sono curiosi per natura, e il gioco educativo risponde a due bisogni: divertirsi e conoscere il mondo. Anche i genitori naturalmente comprendono questo valore aggiunto, e li apprezzano anche perché non sempre loro sono “competenti” su un certo tema, ad esempio la scienza, e sicuramente i giochi educativi messi a punto da esperti rappresentano una risorsa molto preziosa per loro.

 

Quando pensi ad un gioco da dove parti? Qual è l’idea e cosa non deve mai mancare in un gioco con finalità educative?

La prima cosa importante è focalizzare bene l’argomento del gioco. Cerco di identificare un unico tema che sia esplorabile con 1-2 esperimenti facili e realizzabili con materiali semplici e non pericolosi. Questa è una bella sfida perché i regolamenti per la sicurezza nei giochi destinati ai bambini sono, giustamente, estremamente restrittivi. Una volta capito l’argomento, che è il cuore dello sviluppo, scelgo l’esperimento corrispondente e sviluppa accanto un gioco/attività educativa sempre sullo stesso tema.

 

Parliamo per esempio del gioco “Il labirinto delle piante”. Qui c’è tutto: scienza, natura, manualità … ci racconti come è nato questo gioco e perché?

Dovendo pensare a diversi temi per l’intera linea di 7 prodotti, subito ho deciso che avrei dedicato uno alle piante, esseri viventi così preziosi per la vita della Terra. Tra le caratteristiche più curiose delle piante vi è appunto il “fototropismo”, cioè la capacità di crescere seguendo la direzione della luce. Ed è ciò che si scopre con questo esperimento.

 

 

 

Cosa vuole insegnare ai bambini questo gioco in particolare?

Fra scoprire il meraviglioso regno delle piante, ma non solo le parti più “ovvie”, come tronco, foglie e radici, ma anche altre meno conosciute come gli stomi, la linfa, i cloroplasti, la cellula vegetale.

 

Una domanda un po’ provocatoria: troppi giochi educativi non rischiano di spegnere la fantasia e lo spirito di inventiva dei bambini? Cosa è cambiato, secondo te, dalle passate alle nuove generazioni in tema gioco?

I giochi educativi sono una risorsa molto importante, e ben venga che ce ne siano tanti e vari rispetto a quelli che avevano a disposizione le generazioni passate. Se usati bene, contribuiscono sicuramente a stimolare lo spirito critico e la creatività dei bambini, perché il loro cervello è plastico e non ci sono “muri” tra una facoltà intellettiva e l’altra. Naturalmente, non devono diventare l’unica forma di gioco proposta, ma una delle possibili. Importante è anche il tempo del gioco libero e della noia. Come in tutte le cose, in media stat virtus.

 

Da ideatrice di giochi educativi, ti chiedo: che ruolo devono avere i genitori? Come possono giocare insieme ai loro figli senza ostacolare il percorso di apprendimento?

Il momento del gioco può essere davvero importantissimo per passare del tempo di qualità coi figli, e cementare il rapporto e la relazione. A patto che i genitori rispettino tempi e modalità dei bambini, con naturalezza, e senza trasformare tutto in “prestazione” o forzare l’apprendimento a tutti i costi.

 

Oltre ad essere scienziata, sei anche mamma: qualche idea di gioco è arrivata anche dai tuoi figli?

Alcuni dei set ideati prendono spunto anche dai piccoli esperimenti che faccio con i miei figli di 6 e 4 anni (ho anche una bambina di 16 mesi ma lei al momento è troppo piccola per questi giochi), ad esempio. DNA DISCOVER, ovvero l’estrazione del DNA dalla frutta, è un grande classico che viene ciclicamente chiesto a casa mia.

 

 

 

I GIOCHI IN SCATOLA EDUCATIVI FIRMATI HEADU

Adesso mi sembra doveroso lasciarvi due righe su i due giochi in scatola di cui vi ho parlato.

IL LABIRINTO DELLE PIANTE:  bisogna piantare i semi e poi posizionare il vasetto nel labirinto, insieme poi si può osservare la pianta che cresce seguendo la luce! E’ anche un gioco di memoria e c’è un manuale che insegna i segreti del mondo vegetale. Davvero bello! Adatto ai bambini fascia d’età 6-10 anni.

LA CUCINA SOLARE : a breve inizierà la bella stagione e questo gioco sarà davvero super da mettere in pratica. Seguendo le indicazioni nel libretto si può provare a cucinare un alimento con il kit in dotazione sfruttando l’energia solare! E’ un bel gioco che aiuta anche a scoprire le buone pratiche da mettere in atto per salvare il nostro pianeta! Utilissimo e divertente anche per creare una sfida mamma e figlio/a: chi prepara per prima la cena stasera?

 

Melissa Ceccon

Responsabile Editoriale Mumadvisor

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