Un numero o un giudizio scritto possono scatenare emozioni intense: gioia, soddisfazione, ma anche ansia, frustrazione o senso di inadeguatezza. Eppure, la scuola non dovrebbe essere solo questo. Come possiamo aiutare i nostri figli, figlie a vivere la valutazione in modo più sereno e costruttivo?
Quando arrivano i voti, il cuore di molti bambini, bambine (e genitori) batte più forte.
I voti servono a misurare un aspetto dell’apprendimento, ma non dicono tutto sulle capacità di un bambino. Non raccontano la sua creatività, la sua empatia, la sua capacità di risolvere problemi o la sua curiosità.
Da insegnante per vent’anni e ora consulente scolastica e counsellor, ho visto molte volte bambini brillanti spegnersi di fronte a un giudizio scolastico vissuto come una sentenza. E ho incontrato genitori preoccupati, che non sapevano come sostenere i figli senza aumentare la pressione.
Carl Rogers diceva: “Quando una persona si sente ascoltata e compresa, può crescere e svilupparsi nella sua autenticità” e questo vale anche per l’apprendimento: i bambini hanno bisogno di sentirsi visti oltre i voti per poter esprimere il loro vero potenziale.
Lo sviluppo cognitivo nella prima infanzia e il rapporto con la valutazione
Nei primi anni di scuola, i bambini attraversano un periodo cruciale dello sviluppo cognitivo. Secondo Jean Piaget (considerato il padre della psicologia dello sviluppo), in questa fase, il pensiero del bambino è ancora fortemente legato al concreto e all’esperienza diretta. La capacità di astrazione è limitata, così come la comprensione di concetti simbolici complessi.
Questo significa che la valutazione scolastica, se non gestita con cura, può risultare difficile da comprendere per i più piccoli. Per esempio, un giudizio scritto può essere interpretato in modo assoluto: un bambino che riceve un commento critico potrebbe pensare di essere “bravo” o “non bravo” in modo definitivo, senza comprendere la possibilità di miglioramento.
Inoltre, a questa età il gioco è ancora la principale forma di apprendimento. Un approccio valutativo troppo rigido rischia di spegnere la curiosità naturale del bambino, che invece impara meglio attraverso l’esplorazione, la sperimentazione e il rinforzo positivo.
Ecco tre strategie pratiche per trasformare la valutazione in un’esperienza di crescita:
Una storia che fa riflettere
Una delle cose più belle del mio lavoro è vedere come piccoli cambiamenti nella comunicazione possano trasformare la relazione tra genitori e figli. Recentemente, una mamma mi ha raccontato come, dopo il nostro percorso insieme, è riuscita ad affrontare una situazione con suo figlio, Luca, che in passato l’avrebbe turbata molto.
Luca, 7 anni, era tornato a casa con la verifica di matematica e un voto “Base”, visibilmente deluso.
Prima della consulenza, la sua reazione sarebbe stata quella di preoccuparsi, cercare di capire subito cosa fosse andato storto e provare a correggere il problema. Ma grazie al lavoro che abbiamo fatto, ha scelto di agire diversamente. Luca, un po’ incerto, ha ammesso di essersi confuso su alcuni esercizi perché non ricordava le risposte. Invece di concentrarsi solo sugli errori, la mamma ha deciso di spostare l’attenzione su ciò che era andato bene, valorizzando i piccoli successi e rafforzando la sua fiducia.
Gli ha proposto di pensare insieme a nuovi modi per affrontare le difficoltà future, invece di focalizzarsi sui fallimenti. Questo cambiamento di comunicazione ha avuto un impatto profondo. Luca ha visto il voto come un’opportunità per migliorare, e la mamma ha capito quanto fosse importante supportarlo senza farlo sentire sotto pressione. Mi ha raccontato che, ora, si sente più vicina a lui e più sicura nel suo ruolo di genitore.
Empatia, accettazione e assenza di giudizio…
I voti fanno parte della scuola, ma non devono diventare l’unico metro di giudizio del valore di un bambino. Come genitori, possiamo aiutarli, attraverso la comunicazione e l’empatia, a vedere la valutazione per quello che è: un’opportunità per crescere, migliorare e conoscersi meglio.
E tu? Come vivi la valutazione scolastica con tuo figlio, figlia? Se senti che è un tema difficile da gestire e vorresti un supporto personalizzato, possiamo lavorarci insieme.
Clicca QUI e scopri il mio regalo per le mamme di MumAdvisor!
Perché ogni bambino merita di brillare, indipendentemente dal voto scritto sul suo quaderno!
D.ssa Ilenia Murdolo |counsellor e consulente educativa| @cuoreincartella
Vive in provincia di Bergamo, ha lavorato come insegnante nella Scuola Primaria per circa vent’anni prima di decidere di cambiare direzione professionale per diventare consulente educativa e counsellor ACP. Riceve in studio e online i genitori che desiderano comprendere e sostenere al meglio il percorso scolastico dei propri figli www.cuoreincartella.com