A pochi chilometri da Parma, c’è un luogo che sembra uscito da una favola o da un mito antico. È il Labirinto della Masone, il più grande labirinto vegetale al mondo, nato dall’estro di Franco Maria Ricci, noto editore, grafico e designer italiano.
Qui la prima cosa da fare è quella di perdersi. Perdersi tra i sentieri delimitati dagli altissimi bambù, ma anche nella fantasia. Perché qui ci si può sentire Teseo alla ricerca del minotauro, Harry Potter alle prese con il torneo “Tre maghi”, Hänsel e Gretel sulla strada di casa. Questo labirinto si sviluppa su 7 ettari, per circa 3,5 km di percorso, ed è un luogo capace di incantare grandi e bambini, senza distinzioni. I più piccoli si divertiranno un mondo a correre tra i sentieri cercando di indovinare quello che porta alla conquista della piramide, punto d’arrivo del labirinto. I genitori ritroveranno il gusto del gioco, dell’incognito, dell’avventura.
Il Labirinto della Masone si trova a Fontanellato, a pochi chilometri dall’uscita autostradale di Fidenza (per chi arriva da Milano in A1). Il biglietto comprende l’esperienza del labirinto (dal quale si può entrare e uscire quante volte si vuole) e la visita alla collezione permanente di Franco Maria Ricci e alle mostre temporanee. È possibile acquistare biglietti famiglia a prezzi agevolati: 40 euro per 2 adulti e 1 bambino (dai 6 ai 18 anni) e 48 euro per 2 adulti con 2 o più figli. La prenotazione è obbligatoria ed è caldamente consigliato l’acquisto dei biglietti dal sito www.labirintodifrancomariaricci.it, dove è anche possibile trovare tutte le informazioni relative ad orari e regole d’accesso.
Quando i miei figli hanno saputo dell’esistenza di questo labirinto, lo hanno subito inserito nella loro wish list. Come per tutte le cose a lungo attese, temevo un po’ di delusione: invece ne siamo usciti tutti e quattro entusiasti. Prima di entrare ci siamo gustati un buonissimo gelato nel bar ristorante del Labirinto, gestito dallo chef stellato Massimo Spigaroli. Poi, ritemprati, abbiamo affrontato la sfida. Per prima cosa siamo saliti sulla torre panoramica da cui si capisce quanto è grande e intricato il percorso. Poi, per il primo tentativo ci siamo solo lasciati guidare dall’istinto, ignorando la mappa esposta all’ingresso. Abbiamo camminato ammirando i bambù (in totale ce ne sono circa 200mila!) e le opere d’arte esposte, leggendo anche le curiosità sui labirinti nella storia disseminate qua e là. Dopo un’ora ci siamo resi conto che stavamo girando intorno e ci abbiamo rinunciato, cedendo alla consultazione della mappa (ce ne sono diverse lungo il percorso) e in pochi minuti abbiamo raggiunto la piramide centrale.
Naturalmente una sola volta non poteva bastarci, ci siamo così divisi in squadre e abbiamo riprovato, e riprovato ancora. L’ultima volta i bambini hanno voluto entrarci da soli: noi li abbiamo aspettati all’arrivo e la loro soddisfazione nell’esserci riusciti senza il nostro aiuto ed in soli 13 minuti è stata enorme!
E se ci si perde davvero? Niente paura, ai visitatori viene fornito il numero di telefono da chiamare nel caso non si riesca proprio a trovare la strada d’uscita!
Ammetto che non conoscevo la figura di Franco Maria Ricci: il labirinto e la sua collezione d’arte sono stati una piacevole scoperta. Questo eclettico personaggio ha incuriosito anche i bambini, che – anche se poco avvezzi all’arte – hanno saputo cogliere la bellezza delle opere esposte, restando incantati soprattutto davanti ai quadri di Ligabue.
Dal Labirinto della Masone siamo tornati a casa con la consapevolezza che la cultura è tutt’altro che noiosa. E che perdersi – letteralmente e metaforicamente – nell’arte è un’avventura ricca di emozioni anche per i bambini.
Monica Gabrielli