Un viaggio lungo e faticoso durato 5 anni. Ma quella di Enza è una storia a lieto fine che ha portato alla nascita, non solo del piccolo Manfredi, ma anche di una community su Instagram da 25 mila followers!
La gran parte degli articoli che leggete sul nostro portale sono rivolti alle mamme, ai bebé, alle famiglie. O raccontano di realtà che con i genitori e i bambini ci lavorano. Ma nel meraviglioso mondo della genitorialità e della maternità, c’è una fetta di donne di cui si parla troppo poco. Donne che sono mamme nel cuore ma nel corpo: le infertili.
Se è vero che i figli ti cambiano la vita, anche il desiderarli ardentemente e cercarli con tutti i mezzi messi a disposizione dalla scienza e della medicina, cambiano profondamente una donna, in un senso diverso sicuramente ma altrettanto profondo. Così è stato per Enza, la mamma che abbiamo intervistato e che ci ha raccontato la sua storia – a lieto fine – di infertilità. Un viaggio durato 5 anni che si è concluso con l’arrivo di Manfredi, un bellissimo bambino che oggi ha quattro messi ed è l’essenza dell’Amore per la sua mamma e il suo papà. Una famiglia nata da poco ma che in realtà è sempre esistita, fin dal giorno in cui Enza e suo marito hanno iniziato insieme, uniti più che mai, il percorso delle fecondazione medicalmente assistita, o PMA.
Un percorso che ha portato alla nascita, non solo di Manfredi, ma anche di una community da oltre 25mila followers su Instagram “Cominiciamo 123“, creata dalla stessa Enza proprio per cercare conforto con altre future mamme che, come lei, stavano affrontando la PMA e cresciuta esponenzialmente in pochi mesi ribaltando le carte in tavola: “ora è la community ad essere da supporto alle donne- ci spiega – quello dell’infertilità è un problema di cui si parla troppo poco e sono felice che la mia esperienza possa essere di aiuto e sostegno ad altre donne e coppie che stanno vivendo o si apprestano a vivere il viaggio nella fecondazione assistita”. Una community che, tra l’altro, proprio in questi giorni ha spento la sua prima candelina social!
Mumadvisor ha deciso di condividere con voi la storia di Enza, mamma infertile, nella speranza che la sua voce possa diventare la voce di molte altre mums che quotidianamente ci leggono.
Il piccolo Manfredi, oggi 4 mesi, è arrivato dopo 5 anni di tentativi. Un percorso tutto in salita, non facile da raccontare. Tu però, sei riuscita a superare il grande ostacolo e ti sei aperta al mondo social parlando della tua storia, che accomuna anche tante altre mamme. Ti voglio chiedere: cosa sono stati per te gli ultimi cinque anni della tua vita?
Sono stati anni sicuramente difficili ma allo stesso tempo normali. La ricerca di una gravidanza è stata costante, un chiodo fisso soprattutto negli ultimi anni, ma nel frattempo la mia vita insieme a mio marito andava avanti come era giusto che fosse. Abbiamo fatto anche altro in questi cinque anni, come una normale coppia, solo con l’aggravante di un carico alto di ansia e stress dovuti appunto a questo bambino che non arrivava. Poi la grande notizia, dopo 4 anni e mezzo che tentavamo di allargare la famiglia, abbiamo ricevuto la notizia che ero incinta!
Perché secondo te si parla poco di infertilità?
Per un mix di vergogna e tabù. Una donna infertile si sente sbagliata, diversa. Io stessa sentivo che nel mio corpo c’era qualcosa che non andava come doveva. Mi vergognavo. E spesso ero a disagio quando amiche o conoscenti mi annunciavano la loro gravidanza, o qualcuno mi chiedeva quando avrei fatto un figlio. Quando non arriva un bambino, la cosa è vista come un fallimento, della donna in primis, ma anche della coppia. L’infertilità è uno stato davvero difficile da condividere, anche con le persone a cui sei più vicina. Per questo ad un certo punto ho cercato conforto sui social.
Cosa ti ha insegnato questo percorso che vorresti condividere con le nostre Mums?
Mi ha fatto vedere una donna completamente diversa da come mi conoscevo: più forte, molto più determinata. Una donna che ha puntato l’obiettivo, quello di avere un figlio e allargare la famiglia, e nonostante le tante difficoltà non lo ha mai mollato. L’infertilità porta ad uno stato d’ansia non indifferente: io ho vissuto la mia intera gravidanza sull’orlo del precipizio perché avevo una costante paura di perdere quel bambino che così faticosamente ero riuscita ad avere. Anche pensando al futuro, l’infertilità mi spaventa, il solo pensiero di dover affrontare nuovamente tutto quello che ho già vissuto per avere Manfredi mi fa paura. La fecondazione assistita è un percorso lungo e doloroso, sfiancante sia a livello fisico che mentale, e le percentuali di riuscita non sono sempre garantite. Ma se si ha un sogno, come l’ho avuto io, bisogna fare di tutto per raggiungerlo!
C’è stato un momento in cui hai pensato di rinunciare? E, invece, quale è stata o quali sono state le cose / le persone che invece ti hanno aiutata a rimanere aggrappata al tuo obiettivo?
Si tantissime volte! Stava diventando tutto così complicato. Anche nella mia ultima stimolazione di dicembre, mi sentivo veramente stanca, dolorante e psicologicamente instabile. Avevo dentro di me tantissime emozioni che sono difficili da gestire o esternare. Chi ti sta accanto lo capisce fino ad un certo punto, perché bisogna vivere questo percorso per capire veramente cos’è e come ti fa sentire. Io ho avuto accanto un uomo che non mi ha lasciato mai la mano, mi ha sempre spronata, anche nei momenti più duri. Io in questo sogno di famiglia ci ho creduto tanto, davvero tanto.
Oggi per te qual è il significato di essere mamma?
Sono una persona completamente diversa da quella che mi ero sempre immaginata. Prima della pandemia lavoravo nel settore degli eventi, e cercavo sempre di immaginarmi come avrei fatto a conciliare la mia vita di mamma con quella professionale. Poi il Covid ha rallentato il mio lavoro, ma ho capito comunque che le mie priorità sono completamente cambiate da quello che avevo in mente: è tutto passato in secondo piano, l’unica priorità è Manfredi, mio figlio. Ora sì, mi sento completa, il mio piccolino è il tassello che mancava, grazie a lui ho trovato il mio equilibrio e ora sento il cuore pieno e appagato.
Dalla tua esperienza è nata una bella e forte Community: qual è il suo obiettivo?
Ho creato la pagina “Cominciamo 123” perché, come dicevo, facevo davvero fatica a condividere con le persone a me vicine quello che stavo vivendo e provando, quindi ho trovato rifugio sui social, cercando altre ragazze che come me stavano affrontando il viaggio in salita nella fecondazione medicalmente assistita. Ci ho messo la faccia e il cuore nel mio profilo Instagram, ed è bastato quello per far crescere esponenzialmente la pagina che oggi ha raggiunto i 25mila followers. Il segreto è stato proprio quello di portare alla luce un problema, quello dell’infertilità, di cui si parla davvero poco perché è considerato un tabù. Ma nella realtà ci sono davvero tantissime coppie che cercano supporto, un luogo dove confrontarsi, o anche semplicemente informarsi perché – parlando poco di questo argomento – l’infertilità è una sorta di mondo sommerso dove cercare informazioni è spesso un labirinto. Durante l’estate sono nati anche gruppi di supporto su Telegram divisi per Regione e per problemi di infertilità, e poi c’è il gruppo gravidanza che oggi conta più di 200 iscritti.
Il mio obiettivo è aiutare il prossimo.
E allora il nostro invito è di andare subito a dare un’occhiata alla pagina “Cominciamo 123” se avete bisogno di informazioni, state cercando supporto o avete anche voi seguito un percorso di fecondazione medicalmente assistita e volte trovare una “casa social” dove scambiarvi idee e consigli.
Responsabile editoriale – Mumadvisor