Neanche il tempo di concludere le lezioni scolastiche che i bambini e le bambine si trovano ad avere a che fare con il libro (o i libri) delle vacanze. Quali sono le strategie che possiamo mettere in atto per aiutare i nostri figli e figlie in uno svolgimento sereno dei compiti estivi?
Anche la questione dei compiti estivi, esattamente come quella dei compiti assegnati durante l’anno scolastico, è altamente dibattuta sia dagli insegnanti che dai genitori: da una parte il gruppo dei favorevoli, purché i compiti siano assegnati con moderazione e buon senso; dall’altra gli oppositori, per i quali l’estate dovrebbe essere tempo di spensieratezza ed esperienze formative che esulino dalle richieste scolastiche.
Vanno esclusi da questo radicato dibattito i bambini e le bambine, fin dai tempi antichi la loro posizione è infatti chiarissima: i compiti estivi sono una grande scocciatura.
È proprio a partire da questa loro posizione che noi adulti dovremmo costruire una routine efficace e capace di supportarli nella gestione di questa richiesta che viene loro fatta dalla Scuola.
Il primo passo è quello di aiutarli, aiutarle a comprendere il valore dei compiti estivi: così facendo contribuiremo ad innalzare la loro motivazione e a rendere un pochino più “accettabile” il tempo compiti
I compiti estivi possono infatti essere molto utili per consolidare o colmare delle lacune, ma anche per lavorare sull’autonomia avendo a disposizione tempi più dilatati e nessun’ ansia per i voti. Monitorare i progressi ed evidenziare le conquiste possono essere davvero un toccasana per loro, ecco perché utilizzare tabelle o planner può essere una prima strategia vincente.
Questo probabilmente non basterà caricarli di buona volontà, ci vorranno anche molta pazienza e tanta comprensione da parte nostra: legittimiamo tutte le loro emozioni, anche se “scomode” e difficili da gestire.
Mostriamo comprensione se e quando si dimostreranno poco disposti e disposte a lavorare, accogliamo la loro fatica, perché è assolutamente naturale… questo permetterà loro si sentirsi supportati e ciò alleggerirà il loro eventuale malessere.
Certo, questo non significa che potranno procrastinare o procedere “a seconda del giorno”, il mio suggerimento è piuttosto quello di aiutarli a trovare un giusto equilibro tra i doveri scolastici e le vacanze estive.
Nei miei anni da insegnante ho sempre consigliato di concedere una pausa rigenerativa al termine dell’anno scolastico e di iniziare solo dopo circa dieci, quindici giorni i compiti estivi. Devo dire però che questo è solo un suggerimento e, sempre per esperienza, non esiste una regola che vada bene per tutti.
Se è vero che ci sono bambini, bambine che hanno bisogno di suddividere il carico di lavoro quotidianamente, è altrettanto vero che alcuni preferiscono concentrarli in un momento specifico dell’estate per godersi poi le vacanze senza pensieri o preoccupazioni, senza che questo comprometta il rientro a settembre.
Proprio perché soggettiva, la scelta del “quando” e “dove” svolgere i compiti può essere diversa da bambino a bambino, la cosa fondamentale è però che ci sia un piano d’azione ben stabilito e che il tempo dei compiti estivi venga vissuto serenamente.
È davvero importante che i bambini e le bambine abbiano un’idea chiara di quanti e quali compiti dovranno svolgere, ecco perché uno dei miei consigli è di fare un elenco di tutte le attività che sono state assegnate per il periodo estivo (in caso di libri è utile segnare la quantità di pagine per libro). Questo permetterà ai nostri figli e figlie di non sovrastimare o, al contrario, minimizzare le aspettative di tempo da dedicare ai compiti.
Sappiamo quanto le routine possano facilitare lo svolgimento dei compiti, ecco perché il mio secondo consiglio è di costruirne una anche nel periodo estivo. Prendiamo un calendario e prima di tutto eliminiamo i giorni in cui sappiamo i nostri figli e figlie non svolgeranno compiti, successivamente stabiliamo quante pagine al giorno dovranno svolgere nel tempo rimasto.
Utilizzare un planner per monitorare i progressi può incidere positivamente sia nella motivazione intrinseca, che nell’autostima dei nostri figli e figlie. Colorare, ad esempio, una casella del calendario ogni giorno dopo lo svolgimento dei compiti renderà evidente agli occhi dei bambini e delle bambine i loro progressi e contribuirà a sviluppare il loro senso di auto-efficacia, sentimento che sperimenteranno poi anche durante l’anno scolastico.
I compiti possono essere “visti” come un’incombenza insostenibile e avversa o come una normale attività capace di far parte serenamente della quotidianità dei nostri figli e figlie… tutto dipende da come scegliamo di “guardarli” e da come scegliamo di accogliere le varie fatiche che ad essi sono associate. Ma questo meriterebbe un articolo a parte, vero?
D.ssa Ilenia Murdolo |consulente educativa| @cuoreincartella
Vive in provincia di Bergamo con il marito Nicola, la figlia Maddalena e la loro gatta Arya. Laureata in Scienze dell’educazione, ha lavorato come insegnante nella Scuola Primaria per circa vent’anni prima di decidere di cambiare direzione professionale per diventare consulente educativa. Lo scopo del suo lavoro è la promozione del benessere scolastico, in aula e in famiglia.