L’alito cattivo è un disturbo comune ad un’ampia percentuale di bambini, può avere origini molto diverse e non è sempre facile da eliminare. Scopriamo, con i consigli della dr.ssa Barbara Motta, come gestire e risolvere questa problematica che, se non trattata tempestivamente, può arrivare ad avere ripercussioni sulla vita sociale del bambino e sulla sua autostima.
Avere un alito un po’ più pesante al risveglio è abbastanza normale, ma in alcune condizioni questo problema continua per tutto il giorno e si protrae per diversi giorni, anche se ci si lava i denti.
Esistono infatti condizioni in cui lavare i denti o utilizzare collutori alla menta sembra non apportare alcun benefico.
Con il termine alitosi si intende proprio la presenza di un alito sgradevole che persiste nel tempo e che può originare dalla bocca oppure essere esalato dai polmoni e che può manifestarsi occasionalmente o in maniera cronica.
Per capire come trattare l’alitosi è indispensabile innanzitutto andare ad indagare le cause che possono provocarlo, che possono essere legate al cavo orale oppure nascere in distretti corporei lontani dalla bocca.
Nei bambini una delle ragioni più comuni è sicuramente la scarsa igiene orale. L’alitosi è dovuta alla presenza di placca sulle superfici dentali e di residui alimentari che, se non vengono rimossi completamente, vanno incontro a fenomeni di putrefazione e favoriscono la produzione di composti solforati volatili da parte di alcuni batteri presenti nella bocca.
La prima cosa da fare sarà quindi monitorare attentamente il lavaggio dei denti del bambino per verificare che venga eseguito in maniera corretta, prediligendo lo spazzolino elettrico, e introducendo l’utilizzo quotidiano del filo interdentale e/o delle forcelle, per rimuovere i residui tra un dente e l’altro.
Utile anche l’utilizzo delle compressine rivelatrici di placca, che sciolte nella bocca, colorano le zone dove sono presenti i ristagni di cibo e placca e aiutano il bambino a visualizzare dove spazzolare meglio.
Importantissimo poi ricordarsi di spazzolare la lingua con lo spazzolino o con degli appositi strumenti chiamati pulisci lingua.
I batteri e i residui di cibo posso infatti localizzarsi anche sul dorso e sul fondo della lingua, che può apparire in alcuni casi coperta da una patina biancastra.
Spazzolare quotidianamente la lingua aiuta a rimuovere questa patina e a completare efficacemente l’igiene orale.
E il collutorio? Il suo utilizzo da solo, senza aver prima accuratamente deterso tutte le superfici dentali e la lingua, maschera semplicemente il problema senza rimuoverne l’origine ed è quindi assolutamente inutile nel contrastare l’alitosi.
Una volta verificata l’igiene domiciliare, deve essere valutata e controllata la presenza di eventuali carie o infezioni orali.
Le carie sono infatti un’altra causa piuttosto frequente di alitosi non solo per la presenza di batteri, ma anche perché il cibo può rimanere intrappolato nelle cavità cariose ed essere molto difficile da rimuovere con le normali manovre di igiene orale. La fermentazione batterica dei residui di cibo provoca la produzione di composti odorosi solforati e conseguente alito cattivo.
Stesso discorso se nella bocca del bambino sono presenti otturazioni che per qualche ragione si sono in parte o completamente distaccate.
In caso di gengivite l’alito cattivo è invece una conseguenza del fenomeno infiammatorio e della presenza di tartaro, che non è altro che placca mineralizzata che non può più essere rimossa con un semplice spazzolino, ma necessita di una seduta di ablazione del tartaro professionale.
In tutti questi casi è sufficiente recarsi presso un dentista pediatrico che valuterà la situazione orale e provvederà alle cure opportune.
Sempre all’interno del cavo orale è possibile che a livello delle tonsille, in seguito a ripetuti fenomeni infiammatori, si possano creare delle cavità, le cripte, in cui ristagnano batteri, residui di cibo e depositi di calcio dai quali deriva il cattivo odore.
Spesso questi depositi vengono scambiati per placche batteriche, ed è necessario recarsi dal proprio pediatra per confermare la diagnosi, eseguendo talvolta anche un tampone per escludere la presenza dello Streptococco, e procedere con la terapia corretta.
Un’altra causa molto comune di alitosi nei bambini è l’acetone.
L’acetone è una condizione durante la quale l’organismo, in assenza di zuccheri, per mantenere costante la concentrazione di glucosio utilizza i grassi con la conseguente produzione di corpi chetonici, che producono un caratteristico alito cattivo.
Le cause possono essere un digiuno prolungato, la febbre, un’attività fisica intensa, gastroenteriti ma anche una dieta sregolata e ricca di grassi animali.
Evitare quindi lunghi periodi di digiuno e modificare le abitudini alimentari del bambino prediligendo frutta e verdura e limitando il consumo eccessivo di grassi possono aiutare a prevenirne la comparsa.
In caso di sospetto acetone dovrà comunque essere consultato il pediatra.
La disidratazione può provocare una condizione di alitosi temporanea, dovuta alla diminuzione della saliva e alla secchezza della fauci.
In questi casi è importante verificare che il bambino assuma una quantità di acqua sufficiente durante tutto il giorno e in particolare durante l’attività sportiva e monitorare la dieta favorendo il consumo di frutta e verdura.
La corretta idratazione e una buona igiene orale sono sufficienti per risolvere questo tipo di alitosi.
Le infezioni respiratorie possono causare un ristagno di muco e una proliferazione batterica che libera composti solforati, causa del cattivo odore.
Per risolvere l’alitosi è indispensabile pulire bene il naso e il cavo orale e consultare un pediatra per la terapia più efficace per risolvere l’infezione respiratoria.
Esistono poi tutta una serie di patologie sistemiche, che sebbene più raramente, possono essere causa di alitosi e vanno quindi escluse consultando un pediatra.
Rientrano in questa categoria il diabete, il reflusso gastroesofageo, malattie infiammatorie croniche intestinali o il diverticolo di Zenker.
È importante ricordare quindi che in tutte le condizioni in cui l’alito cattivo è provocato da patologie o alterazioni che non riguardano direttamente la bocca, è sempre opportuno contattare il pediatra, evitando l’autodiagnosi.
La causa principale di alitosi nei bambini è legata all’insufficiente igiene orale o alla presenza di alterazioni del cavo orale come carie, gengiviti, infiammazioni o otturazioni incongrue.
In questi casi è necessario migliorare l’igiene domiciliare dei propri figli e recarsi presso un dentista pediatrico.
Nei casi in cui l’alitosi non dovesse migliorare anche con un’igiene orale ottimale si deve ipotizzare che la causa non sia legata direttamente alla bocca ed è necessario rivolgersi al proprio pediatra che provvederà alla diagnosi corretta e a consigliare la cura più appropriata.
Le principali condizioni responsabili di alitosi sono acetone, tonsille criptiche, infezioni delle vie respiratorie, disidratazione e più raramente alcune malattie sistemiche.
In tutti casi è fortemente sconsigliata l’autodiagnosi.
Dottoressa Barbara Motta
Dentista specialista in Ortodonzia.
Si occupa con passione di ortodonzia pediatrica, degli adulti ed estetica, anche attraverso la metodica con allineatori trasparenti. Lavora a Milano ed è mamma di Maria Sole e Leonardo. Tutti i suoi consigli li trovi anche sul suo profilo Instagram